Donare il sangue fa bene? Ecco i vantaggi
Così il prelievo porta benefici

2022-06-21T11:14:15+02:00 20 Giugno 2022|Salute|
di Sergio Campofiorito

Donare il sangue fa bene? Sicuramente sì, e non farlo può voler anche dire privarsi di una buona occasione per stare meglio, nel corpo e nello spirito.

Il sangue è una parte vitale, eppure donarlo fa bene. 

Il paradosso, soltanto apparente, si risolve nell’azione quotidiana di migliaia di donatori che, in modo altruistico e disinteressato (almeno in Italia dove il gesto è gratuito e volontario) si sottopongono a un prelievo che può salvare una o più vite. Ma donare il sangue fa bene anche al donatore con tutta una serie di benefici, sia diretti, sia indiretti. 

I controlli

donare

Fiale di sangue per esami

Il donatore, sia quello occasionale ma a maggior ragione quello periodico, tiene sotto controllo (gratuitamente) il proprio stato di salute (in particolar modo l’efficienza del sistema cardiovascolare) tramite una serie di semplici passaggi. Prima del prelievo, viene svolto un colloquio col medico trasfusionista per valutare eventuali rischi come stili di vita non compatibili, malattie e abitudini sessuali. In seguito, alla sacca di sangue (450 millilitri) saranno svolti accurati esami ematochimici che individuano immediatamente l’eventuale presenza di infezioni come sifilide, epatite e Hiv. I risultati degli esami saranno recapiti, a domicilio o tramite mail, all’indirizzo del donatore che, in questo modo, può tenere una cartella con l’andamento sempre aggiornato del proprio stato di salute. In caso di valori fuori norma, il donatore può quindi adottare le contromisure, spesso attinenti a dieta equilibrata e alla necessità di fare moto.

Inoltre, il donatore è sottoposto a controlli periodici anche del sistema epatico, renale e metabolico, con un focus particolare ai valori di colesterolo, glicemia e trigliceridi. Una prassi che vale come una importante prevenzione verso le malattie più comuni.

Rigenerazione

Flusso sanguigno

Privarsi di un po’ del proprio sangue aiuta a rigenerarlo. Subito dopo il prelievo, l’organismo si mette in moto per fabbricare nuovo fluido ematico: il midollo osseo, in circa tre settimane, ripristina il livello dei globuli rossi, il plasma si riforma in poche ore, piastrine e globuli bianchi si ricreano in un uno, massimo due giorni.

Il cuore

Cuore

l prelievo periodico aiuta a mantenere il sangue più fluido, giovando allo stato di cuore e vasi sanguigni. Un sangue troppo viscoso è una tra le cause di trombi che possono scatenare a infarti o ictus, due delle cause di morte più comuni.  Le cardiopatie possono essere causate anche da un sovraccarico di ferro che causa sintomi come aritmie, atonia muscolare, ispessimento arterioso. Il prelievo di una sacca aiuta anche a mantenere il livello di ferro di sangue ottimale. Non solo, i donatori, una volta all’anno, sono sottoposti a elettrocardiogramma, un esame che indica lo stato di salute del cuore. In caso di anomalie si può correre subito ai ripari.

Il fegato

Fegato

Con il progresso della medicina, il salasso terapeutico è divenuto una cura per alcune patologie. Le patologie che possono richiedere un salasso sono l’emocromatocitosi (eccessivo accumulo di ferro nell’organismo), policitemia vera (tumore del sangue che porta alla proliferazione incontrollata dei globuli rossi), porfiria cutanea tarda (col salasso vengono eliminate vesciche e bolle cutanee) e poliglobulia secondaria (aumento della massa dei globuli rossi). In particolare, il prelievo di sangue è una delle terapie salvavita per le malattie da sovraccarico di ferro, come come l’emocromatosi e la porfiria cutanea tarda.

I pazienti affetti da tali patologie dispongono di un’eccessiva quantità ferro che, per la maggior parte, si deposita nel fegato. Il nostro corpo non è in grado di produrre ferro, viene quindi assunto attraverso la dieta e immagazzinato negli organi, in particolare nel fegato e nel pancreas. Donare il sangue con regolarità consente di ridurre i depositi e, col rinnovamento, migliora la qualità del sangue che viaggia nel sistema cardiocircolatorio.

Il metabolismo

Metabolismo

L’idea che donando il sangue è possibile perdere qualche chilo è da ritenersi errata in via diretta, ma indirettamente non è così campata in aria. Privarsi di una parte del proprio sangue costringe l’organismo a mettersi in moto per rimpiazzarlo, un “boost” per il metabolismo che serve a produrre nuove cellule ematiche e plasma. Essere un donatore non vuol dire semplicemente tirarsi su la manica, vuol dire principalmente prendersi cura del proprio corpo. Seguire uno stile di vita corretto, mangiare in maniera equilibrata e avere premura della propria salute sono tutti fattori fondamentali che aiutano ad avere un organismo in forma. Ovviamente, chiunque, invece, abbia problemi di peso, il consiglio è quello di seguire le indicazioni di un professionista e di fare movimento.

La consapevolezza

donatore

Un donatore di sangue

Donare il sangue, specialmente in modo periodico, accresce nelle persone la consapevolezza di dover perseguire abitudini di vita sane e di nutrirsi in modo equilibrato. Ogni donatore sa che potrebbe esserci bisogno di lui in ogni momento e per questo in ogni momento sa che deve prendersi cura del proprio corpo.

Quindi: donare il sangue non soltanto è uno dei gesti più altruistici che esistono, un semplice atto che, ogni giorno, salva migliaia di vite, ma è anche un vero toccasana per i volontari.