Instagram è pieno di belle fotografie con tanti filtri che ci rendono affascinanti ma, per fortuna, anche di informazioni importanti come queste che diffonde, attraverso il proprio profilo, l’Avis di Senorbì: sede dell’associazione in provincia di Cagliari.
In questo post, gli avisini isolani ci danno qualche consiglio su come far assorbire meglio il ferro al nostro organismo; specialmente per evitare l’anemia.
«(…) In questo articolo – leggiamo nel post – affrontiamo un argomento molto importante per i donatori (e non solo), ovvero le strategie nutrizionali per riuscire ad aumentare l’assorbimento del ferro. A che cosa serve il ferro? Il ferro è un elemento essenziale per vivere: è necessario per trasportare l’ossigeno in ogni parte del corpo. All’interno dei globuli rossi, protetto come in un guscio dall’emoglobina, il ferro lega l’ossigeno e lo porta dai polmoni ai tessuti periferici; quindi, riporta ai polmoni l’anidride carbonica, generata dall’attività vitale delle cellule.
«Nei donatori – spiegano da Avis Senorbì – il controllo periodico di ferritina (proteina di deposito del ferro) è fondamentale per individuare l’insorgere di una possibile anemia che potrebbe indurre alla diminuzione o alla sospensione delle donazioni, oppure al passaggio temporaneo dalla donazione di sangue intero alla plasmaferesi. Le cause di una carenza dl ferro possono essere molteplici: diete povere di carne, insufficiente assorbimento (ridotta acidità gastrica, alterazioni intestinali) eccessive perdite ematiche, cicli mestruali abbondanti, ecc…
«Una dieta ricca di ferro – sottolineano – è più che sufficiente per evitare riduzioni di questo minerale e solo in caso di una significativa carenza marziale è necessario ricorrere all’utilizzo di integratori alimentari».
I volontari inoltre spiegano che negli alimenti il ferro è presente in due forme.
Ferro eme: forma legata alle proteine muscolari (emoglobina e mioglobina), facilmente assorbibile, tipico degli alimenti animali e in particolare di quelli carnei (pollame, manzo, maiale, cavallo, selvaggina, pesce…).
Ferro non eme: detto “ferro libero”, presente in quasi tutti gli alimenti (vegetali, legumi, latticini…), ma il cui assorbimento è assai meno efficiente rispetto al ferro eme.
Gli avisini allora si chiedono dove sia possibile reperire il ferro.
«I cibi che hanno una biodisponibilità di ferro maggiore – rispondono – sono il fegato, le carni rosse, le ostriche, le vongole e i legumi. Si possono adottare alcune strategie alimentari per aumentare la biodisponibilità del ferro anche nei vegetali (qui si rivolgono in particolare a vegetariani e vegani ndr): la vitamina C (kiwi, agrumi…) e l’acido citrico (pompelmo, limone…) incrementano l’assorbimento del ferro. Possiamo condire gli alimenti con succo di limone, oppure bere spremute d’arancia a colazione per migliorare la disponibilità di questo minerale».
Nel post inoltre si ricorda un altro aspetto importante da ricordare: «Nei vegetali – leggiamo ancora nel messaggio – il contenuto di ferro diminuisce del 15% con la cottura con molta acqua e del 10% con la cottura a vapore».
Avis Senorbì, infine, spiega cosa evitare oppure regolare nella propria nutrizione.
«Esistono cibi – sottolineano – che ostacolano l’assorbimento del ferro. Sono l’alcol, le fibre (crusca), Il calcio e il fosforo (latticini), l’acido tannico (the, cioccolata) e i polifenoli (the e caffè); pertanto consigliamo di non consumare questi cibi in concomitanza con carne, pesce o legumi. Questi piccoli accorgimenti, uniti ad una dieta equilibrata e varia, rappresentano il modo migliore – concludono – per evitare l’anemia».