L’estate è si è rivelata altalenante in fatto di raccolta plasma rispetto agli identici periodi di riferimento nel 2019, dati postivi a giugno e luglio e un calo parziale, del 6,1%, ad agosto, calo che costringeva a un recupero importante nei quattro mesi che mancano alla fine del 2020 per garantire al sistema sangue il rispetto dei valori del Piano nazionale plasma e un progresso sul piano dell’autosufficienza nazionale.
Ebbene, la crescita c’è stata, e i dati del Cns sulla raccolta plasma destinato al frazionamento industriale registrano un +7,7% che trasmette ottime sensazioni anche in virtù delle ulteriori difficoltà di raccolta legate alle misure di contenimento del Covid-19 che costringono i centri trasfusionali a un surplus di organizzazione.
Come possiamo vedere in figura 1, lo slancio per la crescita arriva da regioni del nord e del sud, in grado di aumentare fortemente il proprio contributo. Bene la Calabria (+86,7%), bene regioni molto popolose come Piemonte (+10%), Emilia Romagna (+27,2%) e Sicilia (+46,6%). Meno positivi i risultati che arrivano dalla Campania (-12,6%), dalla Lombardia che comunque tiene (-1,9%) e Veneto (-5%).
Se invece osserviamo figura 2, tabella 3, ecco i dati complessivi e cumulativi della raccolta su tutto il territorio nazionale, regione per regione, da gennaio a settembre 2020 vs gennaio/settembre 2019: ciò che emerge è che emerge è un recupero molto positivo, solo 6 mila chilogrammi in meno rispetto alla scorsa stagione nonostante il lockdown iniziato a marzo.
Comprovato, dunque, l’ottimo lavoro delle associazioni, che con raccolte straordinarie e tanto lavoro di sensibilizzazione, hanno finora compiuto un recupero importante e non scontato.