Il disegno sulla pelle compiuto attraverso un ago che pigmenta il tessuto cutaneo oggi è una tendenza in larga espansione, soprattutto d’estate, infatti in Italia sono quasi 7milioni le persone che hanno scelto questo tipo di arte, il tatuaggio, per abbellire il proprio corpo. Mentre non esiste una normativa italiana, e l’unico riferimento sono le linee guida del ministero della Salute, il Centro nazionale sangue per ciò che riguarda i piercing e i tatuaggi ha stabilito regole precise e semplici che rendono il tutto compatibile con la donazione. Conoscere queste regole tranquillizzerà tanti donatori che proprio in questo periodo stanno decidendo se compiere tale passo.
Il medico Mario D’Avino, del servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha spiegato qual è la regola generale e come, contro ogni previsione, sia possibile continuare a donare sangue intero quasi regolarmente.
Secondo le indicazioni del Centro nazionale sangue, dopo aver compiuto un tatuaggio, non è possibile donare sangue, plasma o piastrine per quattro mesi. Questo perché noi medici -spiega D’Avino- non abbiamo la possibilità di verificare se il tatuaggio sia avvenuto nel più completo rispetto delle regole, cioè utilizzando materiale monouso in ambiente asettico, oppure no. Infatti in alcuni casi potrebbe avvenire la trasmissione di un virus e i quattro mesi di pausa dalla donazione permettono di rivelare nel sangue la presenza di Hiv, Epatite B e C”.
Il medico dell’ospedale milanese continua: “Come tutti sappiamo gli uomini e le donne in menopausa possono donare quattro volte l’anno, le donne in età fertile invece donano sangue intero due volte l’anno. Se il donatore decidesse di tatuarsi e poi donare sangue, potrebbe dover attendere anche sette mesi prima di poter donare di nuovo, invece organizzarsi per riuscire a fare le due cose, il tatuaggio e la donazione, in maniera libera e senza saltare l’appuntamento con il centro trasfusionale, è molto più semplice di ciò che uno possa pensare”.
Come fare è presto detto: “Quello che noi consigliamo per evitare di rinunciare a una delle due, è iniziare con la prenotazione della donazione e, non appena decisa la mattina in cui ci si rivolgerà al centro trasfusionale, fissare la data in cui si compierà il tatuaggio. Donare sangue prima e, una volta compiuta la donazione, nei giorni seguenti, andare al centro tatuaggi, può essere una soluzione agile per evitare di dover attendere troppo a lungo prima di poter donare sangue intero di nuovo. Infatti la donazione di sangue intero negli uomini si effettua ogni tre mesi su prenotazione e il tatuaggio richiede quattro mesi. Se si dona sangue intero e poi, il giorno successivo si effettua il tatuaggio, sarà necessario attendere solo un mese in più prima di poter donare nuovamente”.
Per le donne il discorso è diverso, D’Avino continua: “Le donne in età fertile donano sangue intero due volte l’anno e devono trascorrere circa sei mesi tra una donazione e l’altra. È perciò possibile tatuarsi nell’ampio intervallo di tempo nel quale non si dona. Invece per la donazione di plasma, che può essere effettuata anche più volte in un mese, vale la regola dei quattro mesi ed è necessario attendere”.
Il medico trasfusionista offre un’indicazione in più: “È molto importante che dopo il test e cioè durante la visita medica l’aspirante donatore racconti con più accuratezza possibile tutti i dettagli del momento del tatuaggio. Se necessario insieme al medico sceglierà di programmare la donazione rimandandola a un altro momento. Per qualsiasi dubbio è sempre lecito chiamare il numero telefonico del centro trasfusionale donatori di sangue e chiedere informazioni”.
Il tatuaggio e il certificato medico: leggenda o realtà
Chiara Scolari, portavoce dell’associazione di donatori di sangue e plasma ABiZero, attiva nell’ospedale San Raffaele di Milano, interviene sulla questione per sciogliere un altro quesito che potrebbe porsi il donatore di sangue inesperto, che si sia tatuato da poco: “Alcune persone dopo essersi sottoposte a tatuaggio si rivolgono al centro trasfusionale nella convinzione che basti un certificato medico riguardante le misure igieniche rispettate all’interno del centro tatuaggi per permettere di donare sangue e plasma nei giorni seguenti all’intervento.
A volte presentano certificati firmati dal proprio medico curante oppure dal tatuatore stesso. Il documento, secondo il donatore inesperto, permetterebbe di evitare i quattro mesi di sospensione, che invece sono sempre obbligatori”. La portavoce dell’associazione, a cui si è presentata più di una situazione di questo tipo, spiega: “Esiste un unico tipo di certificato che potrebbe essere valido se accettato durante la visita medica che precede la donazione. È il certificato di un medico facente parte dell’ente sanitario del centro tatuaggi stesso.
Questo tipo di documento è offerto, in qualche caso eccezionale, dal centro tatuaggi, nel quale è presente un medico interno che garantisca l’impeccabilità delle misure di sicurezza applicate dal tatuatore. Tutti gli altri tipi di certificazione, quella compiuta da altri medici non facenti parte del centro stesso, non sono mai considerate valide”. Scolari spiega: “Comunque non esiste certezza nemmeno che questo tipo di documento verrà accettato perché durante l’incontro con il medico sarà lui a decidere se, nell’ottica di tutelare il paziente che riceverà il sangue, sarà il caso o no di ritenere la documentazione valida”.