Nessun nuovo donatore e un’emergenza sangue che, nonostante gli appelli, preoccupa ancora. È questa la situazione con cui continua a fare i conti Reggio Calabria e, più diffusamente, l’intera regione. Nei giorni scorsi il dottor Alfonso Trimarchi, direttore del Servizio immunotrasfusionale del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, aveva lanciato una mobilitazione per coinvolgere sempre più persone a donare il sangue e contribuire così a risolvere la profonda carenza con cui, da tempo, fa i conti il territorio.
“Purtroppo è abitudine diffusa pensare che l’emergenza sia legata solo a un problema momentaneo – spiega Trimarchi a DonatoriH24 – e che quindi sia sufficiente attivarsi per quella determinata necessità e basta. In realtà non è così. L’obiettivo dei nostri appelli era proprio quello di aumentare il numero di donatori, invece le aspettative ci hanno tradito: speravamo di reclutare nuovi donatori, non di sfruttare quelli già in essere”. Un problema che, per Trimarchi, sarebbe legato a un blocco culturale: “Qui è ancora difficile che le persone scelgano autonomamente di adottare un nuovo stile di vita che consenta loro di garantire azioni importanti a favore del prossimo: non c’è l’abitudine a favorire se stessi e, di conseguenza, gli altri. Il nostro è un ospedale grande e importante che va difeso facendo la propria parte, anche partecipando a campagne di questo tipo”.
Eppure a livello di numeri le possibilità ci sarebbero. Come conferma lo stesso Trimarchi, “la richiesta di sangue sarebbe perfettamente rapportata al bacino di utenza. Reggio Calabria, tra città e provincia, ha un’utenza di oltre 700mila persone, ma si porta dietro un deficit di sangue che dura da anni“. Anni durante i quali l’ospedale è cresciuto e, inevitabilmente, sono cresciute anche le esigenze dei pazienti: “La struttura, nell’ultimo periodo, è letteralmente esplosa per numero e qualità di servizi e assistenza, diventando l’hub di riferimento non più solo della zona reggina, ma dell’intera regione – spiega -. Questo spiega l’affanno con cui affrontiamo la carenza di sangue”.
Un ospedale che, oltre alla cardiochirurgia, vanta l’unico reparto di Oncochirurgia pediatrica, nonché il Portale del donatore, un sistema che permette di inviare ai pazienti i referti di chimica clinica, o di altri esami, senza doversi allontanare da casa, e di restare costantemente aggiornati su iniziative di screening e ricerca riservate sia a donne che uomini. Nonostante tutto, il consumo di sangue è elevato, così come lo è anche in diverse regioni italiane: “Molti territori avevano già un livello di autosufficienza discreto, perciò stanno soffrendo in maniera minore. Qui per noi è diverso”.
Se però a livello di cittadinanza la predisposizione a diventare donatori non è ancora così sviluppata, istituzioni e associazioni sono in campo per sopperire a questa emergenza: “Venerdì primo febbraio il Comune, in collaborazione con la Reggina, la squadra di calcio della nostra città, ha organizzato una giornata di raccolta straordinaria con le autoemoteche che, dislocate in vari punti di Reggio, permetteranno a tutti coloro che vorranno di poter donare il sangue. Tutto questo – conclude Trimarchi – sempre in collaborazione con Fidas e Avis, le due associazioni con cui abbiamo avviato da tempo un percorso di collaborazione e che ci accompagnano in tutte le nostre iniziative”.