Nell’ultimo mese sono stati diffusi numerosi allarmi di “insufficienza” sangue ( tipo 0 negativo e A negativo) sul territorio toscano. Abbiamo chiesto quanto essi corrispondano a un’effettiva emergenza alla dottoressa Simona Carli, direttrice del Centro Regionale Sangue della regione Toscana. La dottoressa, come è già accaduto in passato (leggi anche Toscana: nessuna emergenza. Simona Carli (Crs): «Vi spiego come funziona il nostro meteo del sangue» su DonatoriH24), spiega queste notizie anche riferendosi a quel pizzico di superficialità che mettono giornalisti e blogger quando leggono lo strumento messo a disposizione dalla Regione Toscana, il meteo del sangue.
«Quando si comunica che la tendenza è preoccupante non significa che non ci sia più sangue», chiarisce subito infatti Carli a DonatoriH24. E continua: «è giusto e capisco che venga guardato il nostro meteo del sangue, ma va tenuto conto che si tratta di uno strumento per gli addetti ai lavori, non è scontato che tutti lo sappiano interpretare».
La Regione Toscana offre infatti a chiunque la possibilità di accedere al portale online “meteo del sangue” che dà indicazioni riguardo alla disponibilità dei rifornimenti dei gruppi sanguigni sul territorio regionale. Un meteo che nelle ultime settimane presentava qualche aspetto di preoccupazione, interpretato da molti come emergenza.
Però gli avvisi sono indicativi e servono per «prevenire le emergenze», non rappresentano un’emergenza già in corso. «Non è mai successo che venissero sospesi o rimandati interventi di urgenza per assenza di sangue». Quando appare «la dicitura “urgente” sulla pagina del meteo del sangue significa che vanno intensificate le chiamate ai donatori per prevenire, se la tendenza dovesse proseguire, un’eventuale carenza».
Ecco che allora, il meteo del sangue, diventa uno strumento utile per le associazioni e per le donazioni a chiamata, in modo che siano mirate e precise. «La tendenza espressa dal portale della regione Toscana dà la possibilità di prevenire una mancanza di sangue» precisa la dottoressa, «se le associazioni o i centri trasfusionali non dovessero attivarsi a sufficienza nel momento dell’allarme allora si potrebbe incorrere in una vera emergenza per un determinato gruppo sanguigno». Fino ad oggi questo metodo ha permesso di colmare le previsioni di insufficienza e le scorte sono sempre state rifornite in tempo.
Bisogna considerare inoltre che in generale la Toscana ha una produzione di sangue più che soddisfacente sul panorama nazionale: «abbiamo una convenzione con altre Regioni che ci riforniscono di circa mille sacche annue – prosegue Carli – il Lazio, ad esempio, all’anno ne importa invece ventimila». In sintesi, conclude la direttrice, «c’è una rete del sangue tale che le emergenze verrebbero comunque velocemente coperte».