«È un evento storico. Mai è accaduto prima d’ora che le principali associazioni del volontariato del dono firmassero un documento comune convinte che tutti insieme si possa fare di più». È il leitmotiv dell’incontro tenutosi alla Camera dei deputati che ha visto otto associazioni (Aido, Admo, Adisco, Adoces, Avis, Associazione della croce Rossa Italiana – Odv, Fidas, Fratres) firmare un accordo che le vedrà lavorare insieme con obiettivi comuni. In particolare, sintetizzando al massimo, le otto realtà si impegnano a:
1. Sostenere i rapporti con istituzioni e organi tecnici per promuovere e diffondere la donazione
2. Lavorare assieme per coinvolgere sempre di più i giovani nel mondo della donazione
3. Avviare un sistema di comunicazione condivisa che parli dentro e fuori al mondo del volontariato in maniera coordinata. In particolare, per portare avanti quest’obiettivo, l’idea è quella di promuovere sinergie tra le sezioni territoriali, organizzare convegni, manifestazioni e materiali informativi congiunti: si inizierà con collegamenti reciproci sui siti delle Organizzazioni e delle rispettive articolazioni con link dedicati.
L’intento è quindi quello di costruire una rete del dono ancora più unita e favorire la promozione di un’adeguata cultura solidale nelle scuole
«Oggi è un giorno particolare, perché tutte le associazioni sono qui per sottoscrivere un documento che renderà questo mondo migliore», commenta Flavia Petrin, presidente Aido. L’accordo ha una validità quinquennale. Previsti due incontri al vertice ogni anno. Toni identici quelli del presidente Fidas, Ozino Calligaris e del presidente nazionale Avis nonché coordinatore pro tempore di Civis (coordinamento che riunisce le 4 principali associazioni di volontariato del sangue quali Avis, Fidas, Fratres e Croce rossa italiana) Gianpietro Briola: «l’accordo siglato è la dimostrazione della nostra volontà di lavorare insieme e di essere ancora più incisivi e protagonisti nelle scuole e nell’educazione delle giovani generazioni», ha annunciato Briola. Da oggi si inizia a lavorare.
E tentano di “rigenerare” una collaborazione virtuosa con questo mondo associativo in fermento anche le istituzioni: di incontri e comunicazione, questioni per nulla secondarie in un mondo che vive grazie alla sensibilizzazione dei cittadini, parla infatti Daniela Storani, del Centro nazionale trapianti: «serve rimettere in piedi un tavolo che si occupi della comunicazione a cui si seggano tutte le realtà collegate al dono, siano esse istituzioni o associazioni. Per migliorarsi bisogna parlarsi».