Il sangue cordonale aiuta e può aiutare sempre più pazienti.
Nei giorni scorsi, su Donatorih24 abbiamo mostrato come – anche durante periodi delicati in cui è vietato donare sangue come gravidanza e primi sei mesi di maternità – le donatrici donne possono continuare a dedicarsi al prossimo e al bene comune, donando il proprio cordone ombelicale e il proprio sangue cordonale.
Come ogni anno, nel frattempo, è da poco arrivato il report del Centro nazionale sangue sulla raccolta di sangue cordonale nel 2021, e per fortuna i dati sono buoni, addirittura incoraggianti.
Così come avviene per la donazione si sangue e plasma, l’obiettivo del Sistema sanitario nazionale è tornare ai livelli pre-pandemici, e i numeri concorrono al raggiungimento di tale finalità.
Nel 2021, infatti, in Italia sono state raccolte 6.227 unità di sangue cordonale, con una piccola crescita rispetto alle 5.742 del 2020.
Si può certamente fare meglio, ma non va dimenticato che, secondo i dati del report “Banche del sangue di cordone ombelicale 2021”, “il numero di unità di sangue cordonale torna in positivo dopo quasi dieci anni, l’ultimo dato crescente risale infatti al 2013. E il segno positivo torna in un anno particolare: il 2021 ha fatto registrare un record negativo di nascite che, per la prima volta, non hanno superato la quota di 400mila”.
Per il Centro Nazionale Sangue, inoltre, “la percentuale di sangue cordonale donato, a fronte dei parti avvenuti nelle strutture ospedaliere dotate di banca cordonale, è ancora troppo bassa. Sui circa 250mila parti avvenuti nelle strutture le unità raccolte sono state solo il 2,5%. Il dato è comunque in crescita rispetto al 2,2% del 2020, anno caratterizzato da un tracollo di circa il 40% delle donazioni, dovuto in larga parte alla pandemia di Covid-19″.
In totale sono 46.817 le unità di sangue cordonale stoccate in Italia, di cui il più alto numero, 42.229, sono pronte a essere utilizzate secondo un criterio “allogenico non familiare”, ovvero un utilizzo solidale per tutti quei casi in cui dovesse essercene bisogno.
Il sangue cordonale – lo ricordiamo – proviene dal cordone ombelicale che normalmente, purtroppo, viene buttato via, un errore spesso dovuto alla mancata sensibilizzazione delle coppie che hanno appena avuto un figlio. Il sangue cordonale è preziosissimo, perché contiene cellule staminali identiche a quelle che si possono estrare dal midollo osseo.
Cellule capaci di rigenerare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, ovvero gran parte del principale patrimonio biologico del sangue.
Che il problema di una raccolta che potrebbe crescere in modo esponenziale sia la poca sensibilizzazione, assieme alla mera conoscenza del pubblico di quanto bene può fare a moltissime persone donare il cordone ombelicale, è anche la tesi della dottoressa Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico sanitaria del Centro Nazionale Sangue: “È giusto accogliere con favore questi segnali di ripresa ma purtroppo anche solo i livelli di raccolta pre-Covid sono ancora lontani – ha commentato – il sangue cordonale è una risorsa preziosa che con il progredire delle ricerche sta trovando un numero sempre maggiore di applicazioni cliniche. Eppure sono ancora troppo poche le giovani coppie che decidono di compiere questo gesto di grande valore solidaristico”.
Anche in questo caso, allora, la creazione di una campagna nazionale con testimonial conosciuti dal target e un messaggio semplice ed efficace potrebbe fare la differenza.
A questo link, è intanto possibile consultare la lista completa dei centri di raccolta in Italia.