Il dono è gratuito, la politica è d’accordo
Ecco gli emendamenti per il DDL

2022-05-02T14:21:13+02:00 2 Maggio 2022|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Se c’è una cosa che pensavamo impossibile in Italia, nel 2022, è avere parlamentari di tutte le forze politiche, in modo trasversale, concordi e compatti su una qualsiasi questione delicata.

Nel paese dei campanili e delle parrocchie, è invece accaduto a proposito della salvaguardia di un principio etico importante come la donazione gratuita di sangue, e la dimostrazione arriva dall’iter burocratico del DDL concorrenza attualmente in discussione. I senatori di Lega, Pd, Forza Italia, M5s e Fratelli d’Italia non hanno mostrato alcun dubbio: no alle ambiguità sul dono gratuito e nessuna apertura per eventuali rimborsi “camuffati” per chi dona sangue e plasma.

Facciamo un passo indietro: quando è uscito la bozza del testo del DDL da inviare all’approvazione in Senato e poi alla Camera, sull’articolo 17,quello che regola il sistema trasfusionale italiano, si è sollevato un gran polverone: Avis, la più grande associazione di donatori del nostro Paese, ha infatti riscontrato una certa ambiguità sulla definizione di dono gratuito: nel passaggio della legge che regola la plasma-lavorazione e l’acquisto sul mercato della quota di plasmaderivati salva-vita che l’Italia non riesce a produrre da sé, infatti, il nuovo DDL stabiliva che le aziende produttrici di farmaci plasmaderivati potessero avvalersi di “stabilimenti di lavorazione, frazionamento e produzione ubicati in Stati membri dell’Unione europea o in Stati terzi che raccolgono plasma esclusivamente da donatori non remunerati”.

dono

Il plasma

Proprio con quest’ultima espressione, “non remunerati” secondo Avis, si aprirebbe la possibilità di commercializzare il dono attraverso delle forme indirette di retribuzione, come per esempio i rimborsi.

Nulla di strano: tale pratica è già in voga in molti paesi europei, come Austria, Slovacchia, Germania e Ungheria, ma non in Italia, dove il dono etico e gratuito è un fiore all’occhiello del sistema.

L’audizione in senato di Gianpietro Briola, presidente di Avis nazionale, deciso nel chiedere che il testo del DDL fosse modificato eliminando qualsiasi ambiguità, ha dunque convinto i parlamentari che, opponendosi dunque allo stesso Ministero della Salute “morbido” sulla questione lessicale, hanno dettato la linea dura con emendamenti molto rigorosi.

Ecco il quadro dei principali emendamenti chiesti sull’articolo 17 in dettaglio (a questo link da pag.326 il documento dal sito del Senato), con i nomi dei senatori richiedenti:

17.1 Al comma 1, capoverso «Art. 15», apportare le seguenti modificazioni: a) al comma 1, dopo le parole: «servizi trasfusionali italiani», aggiungere le seguenti: «esclusivamente da donatori volontari e gratuiti, non rimborsati né remunerati»; b) al comma 3, sostituire le parole: «nel cui territorio il plasma ivi raccolto provenga esclusivamente da donatori volontari non remunerati» con le seguenti: «in cui il plasma raccolto non è oggetto di cessione a fini di lucro ed è lavorato in un regime di libero mercato compatibile con l’ordinamento comunitario».

Questo emendamento è stato richiesto dai senatori Campari, Marti, Mollame, Pianasso e Pietro Pisani, della Lega – Partito sardo d’azione.

17.2 Al comma 1, capoverso «Art. 15», apportare le seguenti modificazioni: a) al comma 1, dopo le parole: «servizi trasfusionali italiani» inserire le seguenti: «esclusivamente da donatori volontari e gratuiti, non rimborsati né remunerati»; b) al comma 3, sostituire le parole: «nel cui territorio il plasma ivi raccolto provenga esclusivamente da donatori volontari non remunerati» con le seguenti: «in cui il plasma raccolto non è oggetto di cessione a fini di lucro ed è lavorato in un regime di libero mercato compatibile con l’ordinamento comunitario».

Questo emendamento è stato chiesto dalle senatrici Boldrini e Iori del Partito Democratico.

17.3 Al comma 1, capoverso «Art. 15», apportare le seguenti modifiche: 1. al comma 1, dopo le parole: «servizi trasfusionali italiani», aggiungere le seguenti: «esclusivamente da donatori volontari e gratuiti, non rimborsati né remunerati». 2. al comma 3, sostituire le parole: «nel cui territorio il plasma ivi raccolto provenga esclusivamente da donatori volontari non remunerati» con le seguenti: «in cui il plasma raccolto non è oggetto di cessione a fini di lucro ed è lavorato in un regime di libero mercato compatibile con l’ordinamento comunitario».

Questo emendamento è stato chiesto dalla senatrice Rizzotti di Forza Italia Udc.

17.4 Al comma 1, capoverso «Art. 15», apportare le seguenti modifiche: a) al comma 1, dopo le parole: «servizi trasfusionali italiani», aggiungere le seguenti: «esclusivamente da donatori volontari e gratuiti, non rimborsati né remunerati»; b) al comma 3, le parole: «nel cui territorio il plasma ivi raccolto provenga esclusivamente da donatori volontari non remunerati» sono sostituite da: «in cui il plasma raccolto non è oggetto di cessione a fini di lucro ed è lavorato in un regime di libero mercato compatibile con l’ordinamento comunitario».

Questo emendamento è stato chiesto dal senatore Zaffini e dalla senatrice Garnero Santanchè di Fratelli d’Italia

17.5 Al comma 1, capoverso «Art. 15», comma 1, dopo le parole: «servizi trasfusionali italiani», inserire le seguenti: «, esclusivamente da donatori volontari e gratuiti, non rimborsati né remunerati,». 17.6 Zaffini, Garnero Santanchè Al comma 1, capoverso «Art. 15», comma 1, dopo le parole: «servizi trasfusionali italiani», aggiungere le seguenti: «esclusivamente da donatori volontari e gratuiti, non rimborsati né remunerati»

Questo emendamento è stato chiesto dalle senatrici Pirro e Pavanelli del Movimento 5 stelle.

17.12 Al comma 1, capoverso «Art. 15», dopo il comma 3, aggiungere il seguente: «3-bis. Le aziende che stipulano le convenzioni ai sensi dei commi precedenti, per tutta la durata delle stesse, non possono procedere alla commercializzazione di farmaci emoderivati equivalenti ottenuti da plasma di origine commerciale, nelle regioni o nei raggruppamenti di regioni, in cui siano state sottoscritte le convenzioni richiamate.».

Questo emendamento è stato chiesto dalla senatrice Sbrollini di Italia Viva – Psi

17.13 Al comma 1, capoverso «Art. 15», al comma 9 apportare le seguenti modificazioni: a) al primo periodo, dopo le parole: «donazione volontaria» aggiungere la seguente: «informata,» b) sostituire il secondo periodo con il seguente: «Per il perseguimento delle finalità di cui al primo periodo è autorizzata la spesa di 6 milioni di euro per l’anno 2022 e di 8 milioni di euro a decorrere dal 2023 per interventi di miglioramento organizzativo delle strutture dedicate alla raccolta, alla qualificazione e alla conservazione del sangue e del plasma nazionale destinato alla produzione di medicinali emoderivati.».

Questo emendamento è stato chiesto dalla senatrice Binetti di Forza Italia – Udc

Appare chiaro, insomma, come l’intero arco parlamentare abbia compreso e avallato l’idea di non intaccare minimamente il concetto di gratuità del dono, evitando qualsiasi possibilità di forme di retribuzione indirette o rimborsi.

Raggiungere l’autosufficienza grazie al dono etico, è poi di vitale importanza anche sul piano economico.

Dai dati del convengo appena svoltosi a Roma intitolato “La fornitura dei medicinali plasmaderivati nel futuro d’Europa” è emerso infatti che andare a ricercare i plasmaderivati sul mercato globale costa all’Italia oltre 117 milioni di euro, con un aumento della spesa pari a circa il 26 per cento nell’arco degli ultimi cinque anni. Nel 2020, i plasmaderivati sono stati circa il 3,4% della spesa farmaceutica totale, in crescita rispetto al 2,5% del 2019.

Risparmio, etica e sostenibilità dunque, temi che girano tutti intorno a delle semplici questioni lessicali.

La politica sembra averlo capito, e ora non resta che aspettare il testo definitivo che dovrebbe essere approvato a giorni.