Il 2022 sarà un anno importante per il sistema sangue, quello in cui bisognerà riportare i parametri di raccolta di sangue intero e plasma sui livelli pre-pandemia.
Dal Centro nazionale sangue arriva, a tale scopo, il Piano nazionale autosufficienza 2022.
Un documento nel quale, a partire dalla fotografia del contesto presente, sono stabilite le linee guida d’azione per l’accrescimento dell’autosufficienza sangue, che come ripetiamo spesso su DH24, è oggi a tutti gli effetti un obiettivo strategico nazionale, sovraregionale e sovraziendale.
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Partendo dalla fotografia del contesto, il 2021 è stato caratterizzato, come il 2020, da forti difficoltà logistiche per i donatori “in parte compensate da una programmazione della donazione molto rigorosa, dall’estensione degli orari messi a disposizione per donare e dalla regolare adozione della donazione su prenotazione”.
L’organizzazione, il dono gratuito ed etico e la generosità dei donatori, dunque, hanno consentito alla raccolta di non subire cali vertiginosi e pericolosi.
E se nel 2021 i dati su produzione e trasfusione sono stati rispettivamente di 2.516.020 unità prodotte e 2.417.186 unità trasfuse (tenendo conto che l’attività sanitaria ordinaria è stata comunque ancora intaccata dal Covid-19) la previsione per il 2022, come si vede in figura 1, è di una crescita, piccola ma effettiva.
Gli obiettivi 2022 per i GR sono 2.529.551 unità prodotte e 2.436.347 unità da trasfondere, quindi un’autosufficienza abbondante e capace di compensare regioni come Lazio e Sardegna da sempre endemicamente in ritardo.
Per quanto riguarda invece il discorso sul plasma, lo scopo del programma nazionale plasma è riportare la raccolta ai livelli pre-pandemici. L’impatto della pandemia si farà sentire anche sulla nuova stagione, e l’obiettivo 2022 (figura 2) sarà di 853.000 kg.
In Italia, nel 2021, la media di plasma raccolto in chilogrammi ogni 1000 persone è stato di 14,5 kg: per l’autosufficienza bisognerebbe arrivare a 18 kg, un obiettivo difficile ma non impossibile, anche alla luce delle riforme che sono in programma nel prossimo futuro e sulla base degli investimenti, come per esempio gli oltre 7 milioni di euro giunti al Sistema trasfusionale italiano nel corso del 2021 all’interno del progetto ESI (fondi provenienti dalla Commissione europea), utili a garantire la raccolta di plasma per frazionamento industriale in tempi di pandemia.
Infine, una nota su quello che a tutti gli effetti può essere considerato il prodotto “driver” tra i plasmaderivati, ovvero le immunoglobuline polivalenti. In questo caso la domanda prevista per il 2022, in un momento globale in cui come sappiamo la raccolta plasma nel paese produttore principale – gli Usa – ha vissuto tempi difficili, è di 4.989.011 g, con una capacità produttiva potenziale in Italia di 3.858.768 g.
Si tratta del 77% dell’autosufficienza: un valore positivo in generale, che dovrà essere giocoforza migliorato nel medio/lungo periodo.
Per ottenere questi obiettivi, le regioni italiane saranno tenute a rispettare alcuni parametri dettati dal Centro nazionale sangue.
Quelle con il maggior indice di raccolta dovranno mantenere gli standard di superiorità sulla media: quelle con gli indici minori dovranno crescere varando misure straordinarie, e tutte dovranno rispondere con la massima attenzione alle carenze stagionali “del periodo giugno-settembre, per le quali è obiettivo di tutte le Regioni stabilmente o episodicamente carenti, a qualsiasi gruppo appartengano, incrementare la raccolta estiva rispetto a quanto registrato nello stesso periodo dell’anno precedente”.
“Sinergia”, inoltre, sarà una parola chiave, assieme a “prenotazione”: “Le Strutture regionali di coordinamento per le attività trasfusionali (SRC) delle Regioni caratterizzate da tali carenze – assolute o relative – concorderanno specifiche progettualità con le Associazioni e Federazioni di donatori volontari di sangue operanti nel proprio territorio. Per l’implementazione di questi programmi si promuove l’utilizzo degli strumenti di cui all’Accordo Stato-Regioni del 14 aprile 201612, rafforzando il processo di cambiamento culturale dei donatori ai fini di una donazione su prenotazione che consenta di arginare gli squilibri stagionali della raccolta”.