Manzo, presidente Fratres: “Definire meglio gratuità e donazione”

2022-02-07T14:45:58+01:00 7 Febbraio 2022|Attualità|
di Sergio Campofiorito

Si chiude un capitolo, quello del 2021, ancora funestato dall’emergenza sanitaria, e ne apre un altro, quello del 2022, carico di speranza, progetti e iniziative. Vincenzo Manzo, da settembre 2021 presidente nazionale Fratres, ha vari faldoni sulla sua scrivania, anzitutto quello di rilanciare il sistema dopo un periodo tanto complicato.

Presidente Manzo, gli effetti della pandemia si sono abbattuti anche sul sistema sangue. Come si è chiuso il 2021?

Le donazioni effettuate dai donatori di sangue Fratres nel 2021 si avvicinano alle 140.000 unità, non abbiamo ancora i dati definitivi ma è un numero importante. Facendo il raffronto rispetto all’anno 2020, i dati sono in crescita di poco  più del 3%.

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Vincenzo Manzo

I donatori hanno risposto con forza nonostante il periodo delicato, a cosa è dovuto?

Le risposte penso che siano due. La prima è l’attaccamento dei donatori e dei loro valori etici e morali. La seconda è il costante impegno dei gruppi Fratres, anche in tempo di Coronavirus. Entrambe le risposte lasciano ben sperare per il futuro della donazione di sangue in Italia.

Qual è l’agenda 2022 di Fratres? Quali sono le sue priorità?

Anzitutto ci auguriamo di proseguire il trend di risalita e di incentivare la donazione di plasma in aferesi, anche se lo sviluppo della donazione di plasma non dipende solo dalla volontà e dalla disponibilità dei donatori ma anche dall’organizzazione complessiva della raccolta. Ci vorrebbe una migliore organizzazione, soprattutto nelle regioni che registrano maggiori difficoltà.

Un progetto che vede implicate diverse figure, non soltanto aderenti al terzo settore

Il nostro impegno sarà finalizzato a collaborare con le istituzioni per cercare soluzioni ai problemi che il sistema sangue presenta. Ci adopereremo, inoltre, affinché le associazioni, riunite nel Civis, riescano a definire sempre meglio il loro ruolo e la loro missione nelle istituzioni, convergendo su punti fermi come base per azioni mirate alle finalità comuni.

Il logo di Fratres

Il presidente di Avis nazionale, Gianpietro Briola, ha di recente espresso dubbi sul “ddl concorrenza” che tratta anche il sistema sangue. Secondo Briola, c’è il rischio che il dispositivo promuova la logica del rimborso cove avviene ad esempio negli Stati Uniti, principale produttore mondiale di farmaci plasmaderivati. Qual è la vostra posizione? 

Ritengo che Avis abbia posto più di un problema. Quello sulla lavorazione del plasma credo sia stato chiarito dagli interventi delle Società Scientifiche e del Centro nazionale sangue. Circa la possibilità che il sistema trasfusionale del nostro Paese possa correre il rischio di essere stravolto, qualora non fosse capace di rispondere alle difficoltà che sta attraversando, è una preoccupazione condivisibile. È anche vero che dalle crisi bisogna uscire, in un modo o in un altro. Sta a noi, ai vari attori, difendere e permettere di superare le difficoltà investendo in idee, uomini e mezzi.

Il rischio paventato da Avis è che venga stravolto il sistema sangue

Sicuramente bisogna definire meglio, in ambito europeo, i concetti di gratuità e di donazione in modo tale che non siano oggetto di libere interpretazioni. Ma tutto questo bisogna farlo insieme. Unitariamente. Ognuno per la sua parte ma allo stesso tempo. Le fughe in avanti, in solitaria, non aiutano.

Come?

Sta soprattutto alle associazioni dei donatori di sangue che rappresentano il patrimonio più grande, più prezioso del sistema italiano e che ci distingue dalle realtà di altre nazioni, salvaguardare e valorizzare il nostro modello per tutto quello che esso di positivo rappresenta, sia sotto l’aspetto dei valori etici, sia sotto l’aspetto dell’efficienza e dell’efficacia.