Negli scorsi mesi e in particolare negli ultimi giorni si sono susseguite sulla rete false informazioni sul sistema trasfusionale e, ancor più nello specifico, sull’attività di AVIS.
Dal sangue dei vaccinati che coagulerebbe, passando per la scarsa qualità degli emocomponenti di chi ha ricevuto la terza dose o, peggio ancora, le insinuazioni secondo cui l’Associazione Volontari Italiani del Sangue richiederebbe solo il sangue di chi non è in possesso del Green Pass. Tante le fake news che rischiano di ostacolare e rallentare ciò che invece è davvero importante: assicurare scorte di sangue e plasma per consentire agli ospedali di proseguire nelle loro regolari attività senza dover rinviare terapie e interventi salvavita.
Come ha spiegato il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, «più volte abbiamo ribadito la necessità di reperire informazioni solo attraverso i canali ufficiali, come il nostro sito o quello del Ministero della Salute. Il Covid non può essere trasmesso per via trasfusionale e nessuno nei centri trasfusionali e nelle nostre unità di raccolta ha mai segnalato episodi differenti o, peggio ancora, di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato».
Un’altra falsa notizia che sta circolando in queste ore riguarda la presunta richiesta di sangue dei non vaccinati perché più sicuro.
«Questa informazione – commenta il Presidente Briola – non ha un benché minimo fondamento e nasce da una errata interpretazione di una circolare del Ministero della Salute, con cui si è stabilito che non vi è obbligo di Green pass per accedere alle strutture di raccolta. Questa decisione è stata assunta in quanto i donatori si recano nei Servizi trasfusionali per sottoporsi a una prestazione sanitaria, peraltro dopo essere stati sottoposti a triage telefonico, finalizzato a conoscere in modo approfondito le attività svolte negli ultimi giorni. A questo bisogna aggiungere l’accesso contingentato previa prenotazione, il rispetto del distanziamento sociale, l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, la misurazione della temperatura, la somministrazione di un questionario e un colloquio con il medico. Inoltre, i donatori sono chiamati a rispondere a un’esigenza del Sistema Sanitario Nazionale e sono, quindi, titolati ad accedere nel rispetto delle norme e dei protocolli vigenti. Sono regole indicate dal Ministero della Salute che AVIS e le altre associazioni di donatori si impegnano a seguire assicurando la sicurezza di tutti: donatori e personale sanitario».
Infine, un richiamo alla responsabilità collettiva: «Il momento che stiamo attraversando continua a essere delicato. La variante Omicron sta generando nuovi contagi e difficoltà al sistema trasfusionale, con carenze in diverse regioni italiane. Diffondere false informazioni – conclude – è pericoloso e destabilizzante per la salute e la sicurezza dell’intero Paese. Il nemico da sconfiggere è il Covid, non gli strumenti che lo studio e la ricerca mettono in campo per combatterlo. Per questo invitiamo tutti a proteggersi, vaccinarsi, prevenire il contagio e dare il proprio contributo donando il proprio sangue o plasma».