Poco più di 100 sedi dislocate in 131 comuni, 16mila iscritti, un solo, immenso cuore che batte all’unisono. L’Avis regionale della Basilicata è una delle realtà del terzo settore più solide e riconosciute del proprio territorio. L’emergenza sanitaria, tutt’ora in corso, ne ha leggermente intaccato capacità e progetti, ma a ogni difficoltà i lucani hanno ribattuto colpo su colpo, senza mai piegarsi sulle ginocchia.
“Nonostante l’ultimo, particolare periodo — esordisce Daniele Colangelo, 35 anni, segretario regionale — la Basilicata ha mantenuto l’autosufficienza, i dati del 2021 registrano anche un segno ‘più’ sulle tabelle del 2020. Il motivo della nostra produttività risiede nella capillarità delle sedi su tutto il territorio, i donatori hanno sedi di prossimità alle quali recarsi e, se per qualche motivo una sede non può operare, se per esempio nella zona scoppia un focolaio di Coronavirus, viene immediatamente sostituita da una vicina, in modo da recare il minor disagio possibile ai volontari. Ovviamente, senza la sensibilità dei donatori il motore non si muoverebbe, ma su questo argomento abbiamo ben poco da invidiare”.
I granelli che ingolfano l’ingranaggio del sistema sangue regionale sono gli stessi di quelli nazionali: “Tra quarantene, turni in ospedale e hub vaccinali Covid — continua Colangelo — c’è carenza di personale sanitario, come in tutta Italia, ma nonostante le difficoltà abbiamo mantenuto i nostri standard e anzi vanno migliorando. Nei nostri punti di raccolta, in una giornata riusciamo a riempire 30, 35 sacche, ma è capitato anche di arrivare a 45. Il cuore dei lucani è grande e rispondono sempre presente quando c’è da aiutare”.
“Sangue fresco”, per la Basilicata, non è soltanto un modo di dire: “L’età media dei nostri donatori è tra le più basse in Italia, ciò si riflette anche a livello dirigenziale. Io, ad esempio, ho fatto tutta la trafila delle segreterie fino a raggiungere quella regionale a soli 33 anni”.
La questione del ricambio generazionale è un argomento che tocca da vicino le scuole: “Investiamo sui giovani, sono il nostro futuro e un tassello essenziale nel sistema sangue. Ultimamente abbiamo incrementato la nostra presenza sui social, aprendo campagne di sensibilizzazione che toccano la fascia d’età intorno ai 20 anni. L’investimento sta dando buoni frutti ed una via che intendiamo proseguire”.