Festival della salute a Siena, la pandemia non ha frenato la raccolta sangue

2021-11-16T15:24:24+01:00 16 Novembre 2021|Donazioni|
Siena di Redazione

Non ce l’ha fatta la pandemia ad attenuare la scelta di solidarietà che si traduce nella donazione del sangue.

Almeno è questa l’indicazione che giunge dal convegno “Il valore della donazione” che si è tenuto sabato a Siena nell’ambito del Festival della salute, condotto da Daniele Magrini, giornalista, collaboratore di Donatorih24.it.

Una realtà, quella senese, che si inserisce in un quadro toscano di donazione tradizionalmente solido. Grazie al mondo del volontariato, rappresentato al convegno da Umberto Bongini, vicepresidente provinciale di Avis. In collegamento c’era anche il presidente provinciale Francesco Biagini, in diretta dalla Consulta giovanile di Avis, che si teneva contemporaneamente a Torrita di Siena: “E’ evidente quanto sia importante il ricambio generazionale nel campo della donazione del sangue” ha sottolineato Biagini.

E Michel Ceccherini, nuovo coordinatore toscano della Consulta giovani di Avis ha ricordato che “l’epidemia non ha fermato la forza della solidarietà dei giovani. La nostra determinazione si tradurrà in eventi e iniziative per andare a una sempre maggiore sensibilizzazione dei nostri coetanei”.

GUARDA IL VIDEO DALLA CONSULTA GIOVANILE AVIS CON IL COORDINATORE DEI GIOVANI TOSCANI DI AVIS, MICHEL CECCHERINI E FRANCESCO BIAGINI, COORDINATORE DI AVIS DELLA PROVINCIA DI SIENA

A Siena il valore aggiunto viene anche dai gruppi di donatori delle storiche Contrade senesi: “Grazie anche a questa solidarietà contradaiola – ha detto Bongini – a Siena abbiamo avuto un incremento nella raccolta di quasi il 30%”.

GUARDA IL VIDEO CON LA DICHIARAZIONE DEL COORDINATORE DEI GRUPPI DI DONATORI DI SANGUE DELLE CONTRADE, MAURO FANTOZZI

Ma non c’è solo questo. Gli anni pandemici hanno anche costretto ad una organizzazione capillare per stilare veri e propri calendari di donazione, ovviamente per facilitare i controlli ed evitare gli assembramenti con i donatori in coda: “Non è stato facile – ha detto Bongini – perché il donatore si presentava ai centri, spesso sulla base di decisioni spontanee. L’organizzazione ha fatto sì che potessimo prenotare gli appuntamenti: lo abbiamo fatto anche grazie alle chiamate telefoniche che hanno visto scendere in campi i giovani del servizio civile”.

Gli effetti di questa organizzazione capillare si sono visto anche a livello regionale, come sottolineato da Giuseppe Marotta, direttore del dipartimento innovazione, sperimentazione, ricerca clinica e traslazionale dell’Azienda ospedaliera universitaria senese: “In Italia la pandemia si è tradotta in un leggero calo delle donazioni, intorno al 5%. In Toscana abbiamo perso solo il tre per cento. Ma d’altronde c’è stato anche meno bisogno di sangue in ospedale anche a causa della sospensione di molti interventi chirurgici. Dobbiamo però rilevare che la mancanza di eventi di sensibilizzazione ha prodotto una flessione nel ricambio generazionale dei donatori. Ma contiamo che grazie alle organizzazioni di volontariato il reclutamento riprenda con i ritmi consolidati”. Importante, secondo Marotta, che il quadro legislativo abbia confermato la tradizione italiana della raccolta su base volontaria: “Sentire solo parlare di incentivi economici alla donazione di sangue come avviene in altri Paesi – ha sottolineato Marotta – va contro la natura stessa del sistema sangue italiano”.

Il convegno è stato anche l’occasione per fare il punto sulla donazione degli organi. Al rinnovo della carta d’identità si può esprimere il consenso alla donazione di organi e questo “consente – ha sottolineato Laura Savelli direttore del coordinamento donazione organi e tessuti dell’azienda ospedaliera universitaria senese – di non far compiere ai familiari, già colpiti dalla morte del propri cari, la scelta di donare gli organi del proprio congiunto, o meno”. La dottoressa Savelli ha illustrato i numeri della donazione di organi in Italia: “Ci sono 8.190 pazienti in lista d’attesa (dato al 31 luglio 2021) per ricevere un organo, spesso fondamentale per la propria sopravvivenza: il 73% aspetta un rene, il 13% il cuore, il 7% un polmone, il 4% il pancreas. La Toscana, grazie all’Aido, è la prima regione in Italia per disponibilità. Siena grazie alle contrade riesce a fare un’importante sensibilizzazione anche su questo delicato argomento” ha detto Laura Savelli.

Una realtà quella senese, che si caratterizza anche per la presenza di una delle cinque banche nazionali dei tessuti e per l’eccellenza rappresentata dal Centro conservazione cute – Banca Regionale Tessuti e cellule: “I tessuti sono anche cornee, valvole cardiache e pelle – ha spiegato Elisa Pianigiani, direttore della banca dei tessuti e della pelle dell’Azienda ospedaliera universitaria senese – e il valore aggiunto del nostro Centro è dato proprio dalla conservazione di pelle e tessuti. Una vera e propria ‘banca’ che in certe occasioni può rappresentare un salvavita”.