Il futuro di Avis attraverso le strategie. Un programma da condividere

2021-11-12T15:51:01+01:00 12 Novembre 2021|Donazioni|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Una scelta di trasparenza, a testimonianza del fatto che Avis si percepisce come una grande famiglia e che il dono del sangue, quando è anonimo, volontario, gratuito, associato e organizzato, è un’attività che funziona meglio quando le scelte programmatiche e le azioni nel lungo periodo sono progettate e meditate, e poi condivise.

A tale scopo, Avis, nei giorni scorsi, ha pubblicato sul proprio sito web, una lista di obiettivi sensibili settore per settore che che sarà completata con altri due appuntamenti. Nuovi report attraverso i quali comunicare a tutti gli avisini quali saranno le politche associative nel prossimo quadriennio, che sarà gestito dal nuovo esecutivo.

Analizziamo e commentiamo allora i passaggi principali.

avis

Gianpietro Briola

Per quanto riguarda il settore della comunicazione, sicuramente tra i più importanti quando si parla di donazione, vista la crescente necesità di fare arrivare a più individui possibile i messaggi postivi su cos’è il dono e su quanto è decisivo per la salute pubblica, il primo obiettivo sarà l’elaborazione di nuovi linguaggi in grado di raggiungere i giovani, per l’auspicato ricambio generazionale dei donatori.

E ancora, nuovi programmi, che speriamo possano conteplare la necessità che i messaggi sul dono debbano essere trasportati sui mezzi di comunicazione mainstream grazie a campagne pensate con le istituzioni e gli altri attori di sistema, considerando l’autosufficienza plasma e sangue come una necessità strategica per il Paese. Inoltre, giustissime le istanze che prevedono la lotta a pratiche social ormai dilganti come l’hate speech.

Infine, da Avis emerge la consapevolezza che quando si parla di comunicazione di parla anche di dialogo con le istituzioni, nel nome di un analisi comune delle criticità del sistema e delle strategie per risolverle. Da tempo Avis si espone ipotizzando soluzioni per alcune delle criticità principali, come la scarsità di personale sanitario, un ruolo di voce critica che la più grande associazione italiana si riserva anche per il futuro.

In quanto alla poszione di Avis rispetto al Terzo Settore, invece,  l’obiettivo principlae sarà quello di “rafforzare il ruolo dell’associazione nell’ambito nella rappresentanza” incrementando “il dialogo con le altre associazioni”. Anche  Iin tema di Servizio Civile, l’obiettivo sarà di continuare il lavoro fatto in questi anni allo scopo di “incrementare le opportunità in Italia, ma anche all’estero”. Il potenziale del Terzo Settore in Italia lo ha spiegato bene, in un’intervista esclusiva per Dh24, Vanessa Pallucchi, la nuova portavoce. Anche lei ha riconosciuto l’importanza della associazioni di donatori di sangue nella costruzione di un volontariato sempre più efficace.

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA A VANESSA PALLUCCHI

Infine, lo statuto interno: in ballo vi è una rivisitazione della “mission associativa” che dovrà necessariamente basarsi su un confronto agile e trasparente tra le istanze nazionali e le sedi locali, in modo che Avis possa continuare a svolgere, in modo sempre più efficace, un ruolo guida nel sistema sangue, come principale associazione italiana, forte di 1 milione e 300 mila associati e migliaia di sedi su tutto il territorio.