Blood and Beyond è un gruppo di ricerca “multi-stakeholder”, ovvero in grado di raggruppare più soggetti impegnati nella filiera trasfusionale sviluppata e finanziata da Bristol Myers Squibb. Il gruppo coinvolge esperti dei settori europei “dell’ematologia e della gestione del sangue, dell’assistenza infermieristica, della difesa dei pazienti, dell’economia sanitaria e della gestione ospedaliera”.
In occasione della pandemia, Blood and Beyond ha realizzato uno studio sulle conseguenze della pandemia sulla siatuazione trasfusionale in Europa, uno studio socuramente necessario per individuare criticità e azioni da intraprendere per un sistema sangue sempre più compatto e di pari livello in tutti i paesi europei.
Più volte abbiamo mostrato come le caratteristiche del sistema etico italiano abbiano garantito un livello molto alto di donazioni nel nostro Paese, al contrario di quanto è accaduto in altre realtà mondiali (basti pensare agli Usa) ma anche europee (come la Germania), in cui la donazione avviene senza una rete associativa in grado di garantire volontarietà e gratuità, ragioni per le quali il sistema italiano è uno dei più apprezzati del mondo intero.
Ecco, nelle infografiche 1 e 2, cosa è emerso dallo studio di Blood and Beyond:
Le trasfusioni di sangue sono tra le più comuni procedure ospedaliere negli ospedali continentali, con circa 20 milioni di donazioni ogni anno e 25 milioni di trasfusioni, come vediamo in figura 1. Di queste, il 67% sono a scopo medico, mentre il restante 33% obbediscono a necessità chirurgiche. Le trasfusioni hanno naturalmente un grande impatto sulla vita di moltissimi pazienti, specie quelli affetti da emoglobinopatie ereditarie, come appunto la talassemia, da insufficienza renale cronica o da malattie mielodisplastiche.
Questa situazione, ovviamente, rende importantissimo che in Europa devono vi siano sempre scorte di sangue disponibili, con un ottimo livello di Patient Blood Management.
Naturalmente, l’emergenza COVID-19 ha influito in tutta Europa (in Italia meno che altrove) ma il Covid non deve far dimenticare altri fattori importanti come l’incremento di pressione sul sistema trasfsusionale legato all’umento dell’età media della popolazione, dei flussi migratori, e del ricambio generazionale dei donatori.
Come affrontare queste criticità?
Secondo lo studio di Bllod and Beyond, in figura 2, i fattori di azione principali sono: la prevenzione, da praticare attraverso la sensibilizzazione pubblica di tutti gli attori si sistema; una filosofia centrata sul benessere del paziente, che aumenti la sua accesibilità alle strutture trasfusionali e possa puntare sul miglioramento della sua qualità della vita; il rispetto delle linee guida predefinite, in modo da conformare il più possibile, regione per regione, la qualità dei servizi; la ricerca dell’innovazione, favorendo, attrvaerso la ricerca scientifica da finanziare e da supportare in ogni modo, lo sviluppo di cure e procedure mediche alternative che possano ottimizzare l’uso del sangue.
Le azioni possibili secondo lo studio di Blood and Beyond, che si spera possa essere aggiornato di continuo nei prossimi mesi, mostra tuttavia che vi è una consapevolezza da parte degli stakeholder continentali sulla necessità di politiche comuni. Quello che come Donatorih24 possiamo auspicarci, è che i principi etici del sistema italiano siano tra le fondamenta di tali politiche.