I donatori italiani nel 2020, chi sono
L’analisi in vista del Wbdd 2021

2021-06-08T14:32:35+02:00 8 Giugno 2021|Attualità|
donare Covid di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Lo scorso 31 maggio, in occasione della conferenza stampa di presentazione organizzata dal Centro nazionale sangue come preludio al World Blood Donor Day 2021 che sarà organizzato dall’Italia, abbiamo riportato alcuni dati emersi dal report istituzionale sul sistema trasfusionale italiano nel 2020.

Tra le conclusioni generali, enumerate dal direttore del Cns Vincenzo de Angelis, era emersa una certa capacità di reazione del sistema italiano, di fronte a una grande emergenza come la pandemia da Covid-19 inattesa e difficile da affrontare senza alcuna esperienza pregressa.

Eppure il sistema italiano, grazie alla solidità dei suoi valori etici – in Italia, lo ricordiamo. La donazione di emocomponenti è anonima, gratuita, volontaria, associata e organizzata – è riuscito a non subire alcun contraccolpo grave e a che il calo vistoso dei primi mesi di pandemia è stato adeguatamente compensato.

Un esito non scontato, se si pensa per esempio ai paesi come gli Sati Uniti, dove il plasma si raccoglie per lo più a pagamento, che hanno dovuto affrontare scompensi importanti, con cali di raccolta fino al 30%.

Ma com’è composta, nel dettaglio, la compagine dei donatori italiani? Iniziamo a contarli: nel 2020 i donatori italiani sono stati 1.626.506 (fig.1), il dato più basso dal 2016, ma è evidente che vari lockdown, zone rosse e arancioni, e la paura dell’ignoto dei primi mesi di pandemia abbiano influito in modo chiaro. Anzi, un calo di solo 60 mila donatori si può valutare come assolutamente contenuto.

sangue

Fig.1 Andamento del numero di donatori dal 2016 al 2020

 

Dall’analisi dettagliata della composizione dei donatori (fig.2), per fidelizzazione, sesso, e fasce d’età, emergono (e anzi si confermano) tre informazioni interessanti. La prima riguarda il vero patrimonio del sistema italiano, ovvero l’83% di donatori periodici. In questo dato si può ammirare il vero lavoro delle associazioni, che con una base del genere possono lavorare su chiamata diretta e basare la raccolta sangue sulla solida certezza di una base ampia e perfettamente organizzata.

Fig.2 Analisi dettagliata dei donatori per fidelizzazione, sesso ed età

Il dato sul sesso dei donatori, mostra invece che le donne sono solo il 33% del totale, e questo porta a due considerazioni. Quella negativa è che il numero è troppo basso, inferiore alla media di altri paesi europei, e quella positiva è che esiste un buon potenziale nelle tantissime donne che potrebbero diventare nuove donatrici soprattutto in aferesi, pratica per la quale le donne sono particolarmente indicate.

Languono, ed è un altro aspetto in cui il sistema italiano può e deve assolutamente migliorare, i donatori giovani compresi nelle fasce d’età 18-25, solo l’11,9% del totale, e 26-35, solo il 17,5% del totale. Appare del tutto chiaro che portare i giovani nei centri trasfusionali è una priorità assoluta del Paese.

La distribuzione dei donatori italiani è abbastanza coerente (fig.3), con qualche naturale sbilanciamento. Se la media del Paese è di circa 25 donatori ogni 1000 abitanti, di cui, approssimativamente, 20 periodici e 5 nuovi, il picco positivo è in Friuli Venezia Giulia con una media che supera i 35 donatori totali, mentre quello negativo è in Campania, con una media di circa 20, divisi però a metà tra la crescita dei nuovi, una delle più alte nel Paese, e una stasi tra i periodici.

Fig.3 il numero dei donatori ogni 1000 abitanti nelle regioni italiane

Ma cosa hanno prodotto i nostri 1 milione e 626 mila donatori in termini di emocomponenti? Hanno prodotto 5.537.884 unità di emocomponenti (fig.4), così divisi:

  • 406.222 unità di globuli rossi
  • 885.827 unità di plasma
  • 835 unità di piastrine

Confermata dunque l’autosufficienza sul piano di globuli rossi e piastrine, che da qualche anno è del 100%, mentre cresce fino al 70% quella sui plasmaderivati. Una quota da non sottovalutare ma sicuramente migliorabile, alla luce della geopolitica mondiale nel business del plasma in un tempo complesso come quello che stiamo vivendo.

Fig.4 La produzione totale di emocomponenti in Italia nel 2020