Plasma iperimmune, le disponibilità nel Paese. I dati del Centro nazionale sangue

2021-05-07T14:32:23+02:00 5 Maggio 2021|Attualità|
plasma iperimmune di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Il Centro nazionale sangue ha da pochissimo divulgato i dati sulla raccolta e disponibilità delle sacche di plasma iperimmune in Italia.

Dopo le valutazioni dello studio Tsunami, parzialmente ridimensionanti rispetto alle speranze che si nutrivano sul plasma lo scorso anno a inizio pandemia, il bancaggio del plasma non si è infatti arrestato, e la motivazione è semplice.

Come abbiamo più volte ribadito su Donatorih24, la letteratura scientifica e tantissimi studi randomizzati in giro per il mondo, hanno offerto un quadro chiarissimo sull’utilità del plasma. L’errore dei media, come ormai accade su qualsiasi tema e argomento che riesce a ritagliarsi uno spazio nel dibattito pubblico, è di polarizzare e semplificare, generando tifoserie dogmatiche che appaiono del tutto disinteressate alla verità.

Il plasma iperimmune – come si sono sforzati di ripetere i molti scienziati che tendono a sottrarsi al meccanismo mainstream, e come sorprendentemente hanno spiegato anche Le Iene – può essere molto utile se somministrato in una fase precoce della malattia, quando può fungere come antivirale, mentre non serve assolutamente nelle fasi avanzate, quando il motivo dell’aggravarsi del Covid-19 diventa l’infezione.

Oggi, grazie alla raccolta che molte strutture ospedaliere stanno perpetuando “nelle banche del sangue dei sistemi regionali italiani sono attualmente disponibili 6.010 subunità di plasma iperimmune raccolto da 188 servizi trasfusionali distribuiti su tutto il territorio nazionale. Di queste sub-unità 952 hanno un titolo di anticorpi neutralizzanti uguale o superiore a 1:160. Complessivamente in Italia sono state prodotte 26.774 sub-unità di plasma iperimmune donato da 21.996 donatori guariti dal Covid-19 e ne sono state trasfuse 19.506”.

A testimonianza di come il plasma iperimmune sia ancora tenuto in gran conto come terapia emergenziale per il Covid-19, c’è il programma Support-E, che si propone, a livello di istituzioni europee, di guidare i paesi membri nell’utilizzo delle buone pratiche di utilizzo della materia.

Così, qualche settimana fa, ha dire la sua sul plasma iperimmune è intervenuto, sul sito ufficiale di Support-E, il dottor Cesare Perotti, del Policlinico San Matteo di Pavia, che è il team leader del Work Package 1 del progetto Support-E.

In questa intervista video da non perdere, realizzata dal capo progetto di support-E Pierre Tiberghien dell’Alleanza europea del sangue, Perotti spiega obiettivi e percorso fatto finora, nel work in progress.

“Stiamo lavorando per offrire linee guida di alta qualità sull’utilizzo del plasma iperimmune” ha spiegato Perotti, “a proposito del tempo di infusione, e su che tipo di pazienti utilizzarlo”.