La pandemia anche in questo inizio di 2021 non sembra voler mollare la sua morsa, ed è per questo che nei mesi che ci aspettano l’impegno e la coordinazione all’interno delle associazioni di sangue potrà fare la differenza. L’autosufficienza ematica deve diventare un valore condiviso e un obbiettivo collettivo per la cittadinanza e affinché sia possibile riuscirci diventa fondamentale il ruolo della comunicazione e l’efficacia del messaggio. Così, dopo aver ascoltato le idee e le iniziative previste per il 2021 di Fidas, eccoci proiettati nel mondo Avis, con le parole del presidente Gianpietro Briola sul tema specifico della comunicazione, settore che si muove sotto le sue direttive.
Dono del sangue, plasmaferesi, plasma iperimmune, sensibilizzazione sulle attività di volontariato per i giovani. Il 2021 dell’associazione quale obiettivo principale si prefigge? O tutti gli obiettivi vanno di pari passo?
Per il mondo intero il 2021 sarà l’anno della ripartenza ed è nostro compito lanciare un messaggio di fiducia verso il futuro.
Il volontariato ha ricoperto un ruolo centrale durante la crisi sanitaria, economica e sociale generata dal COVID-19 e il nostro impegno non dovrà fermarsi qui, ma proseguire con rinnovata determinazione. Per questo motivo, oltre al fondamentale obiettivo di incrementare le donazioni e il numero di donatori, le tante iniziative che ci attendono dovranno far sentire i nostri soci ancora più protagonisti. Sono loro che, con il proprio dono, contribuiscono ogni giorno alla sopravvivenza di migliaia di persone e alla tenuta di tutto il sistema sanitario. Sono loro che, attraverso il proprio gesto altruistico, si fanno portavoce di quel messaggio di solidarietà che da oltre novant’anni ci contraddistingue.
Abbiamo sempre saputo che dietro i numeri ci sono delle persone, dei volti, delle storie, delle emozioni e la pandemia ce lo ha reso ancora più chiaro. Sin dai primi giorni del lockdown abbiamo cercato di porre in essere una comunicazione precisa, puntuale, ma anche calorosa ed empatica, volta al tempo stesso a rassicurare e a informare tempestivamente.
Partendo da questa riflessione, è nostro impegno conoscere sempre di più chi fa parte della nostra Associazione e dare voce alle loro testimonianze, alle motivazioni che li spingono a donare una parte di sé agli altri, ma anche alle loro aspettative e necessità. È attraverso un contatto diretto e costante con i donatori e volontari che si è in grado di acquisire maggiore consapevolezza del proprio ruolo, delle potenzialità, della forza e della capacità di contribuire in modo decisivo al cambiamento e al rinnovamento sociale.
Sceglierete una comunicazione uniforme o differenziata a seconda del target?
Da sempre le attività di comunicazione di AVIS si rivolgono a target differenziati. Sicuramente i giovani sono uno dei principali pubblici di riferimento, ma negli ultimi anni abbiamo incentivato anche i messaggi rivolti a destinatari ben più adulti. Le ragioni sono diverse: in primis il costante innalzamento delle aspettative di vita, la possibilità di continuare a donare anche oltre i 65 anni, ma anche il forte coinvolgimento nelle attività associative di volontari appartenenti a queste fasce d’età.
La nostra comunicazione è poi sempre molto orientata verso le donne; per esempio quando parliamo di plasma pensiamo spesso a un target femminile e cerchiamo di porre in essere una comunicazione inclusiva in tutte le sue forme, anche per esempio rispetto ai nuovi cittadini. Ovviamente strumenti comunicativi diversi danno la possibilità di declinare messaggi differenti con efficacia, ma per fare questo è fondamentale una continua attività di programmazione insieme a una forte propensione all’ascolto e alla flessibilità nell’adattamento dei messaggi stessi.
Potete anticiparci quali attività o campagne sono in programma per il prossimo anno, che, ci auguriamo, sarà quello in cui la pandemia sarà solo un ricordo?
Abbiamo intenzione di proseguire il percorso del Fil Rouge, la campagna che AVIS Nazionale aveva lanciato nel 2020 in occasione della Giornata Mondiale del Donatore di Sangue in Italia, le cui celebrazioni sono state rimandate al 14 giugno prossimo. Una campagna incentrata sulla coesione e la sinergia che lega tra di loro donatori, riceventi, volontari, sedi Avis e le altre associazioni.
Vorremmo davvero mettere le persone al centro, in primis i nostri volontari che hanno risposto con così tanta generosità in un anno molto complicato, ma anche i malati che sono sempre il primario motivo per cui noi donatori facciamo la nostra parte.
Fanno parte di questa campagna uno spot, degli scatti fotografici e un documentario, per la regia di Riccardo Iacopino, ispirati al tema del dono come strumento di accoglienza e inclusione sociale. Non a caso, le protagoniste di questi strumenti di comunicazione sono alcune atlete disabili e normodotate che, assieme, hanno dato vita a una meravigliosa coreografia di ginnastica ritmica.
Come già accaduto in occasione delle scorse Festività natalizie, è nostra intenzione riprendere nuovamente l’impianto grafico e il messaggio di questa campagna e adattarlo, durante l’anno, alle diverse circostanze.
Non faremo poi mancare l’attenzione al tema del #gialloplasma. La nostra campagna, sta dando i suoi frutti in termini di sensibilizzazione sul tema della plasmaferesi e l’avevamo sin dall’inizio pensata come una campagna pluriennale. La sua funzione è tutt’altro che esaurita.
Poiché il 2021 coincide anche con il rinnovo delle cariche associative, gli eventi che abbiamo in programma per i primi mesi vogliono offrire a volontari e dirigenti degli importanti spunti di riflessione sul ruolo della nostra Associazione nell’attuale panorama sociale. Ampio spazio sarà dedicato al ricambio generazionale e alle importanti novità introdotte dalla riforma del Terzo Settore, come il RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore). Inoltre, affronteremo nuovamente il tema delle malattie sessualmente trasmissibili all’interno di un evento, promosso a febbraio dalla nostra Consulta nazionale giovani, che metterà alla prova la creatività dei nostri ragazzi.
Da non dimenticare, poi, le celebrazioni ufficiali della Giornata Mondiale del Donatore a Roma e la nostra Assemblea Generale, dal 18 al 20 giugno, che sarà ispirata al tema della solidarietà come filo conduttore della nostra vita.
Veniamo all’autosufficienza ematica e alla sua importanza geopolitica nello scacchiere mondiale. È un tema troppo complesso o “freddo” per comunicarlo in modo aperto?
Tutt’altro, il nostro compito è anche quello di raccontare ai donatori l’importanza del loro gesto e renderli consapevoli del loro essere attori fondamentali del sistema trasfusionale. Per questo il tema dell’autosufficienza di sangue, ma soprattutto di plasma è non solo importante, ma strategico, un tema che deve essere veicolato anche attraverso una campagna di comunicazione che punti a incrementare non solo il numero di donatori, ma anche la frequenza delle donazioni. Il calo registrato negli ultimi mesi soprattutto negli Stati Uniti, Paese da cui tutto il mondo ancora dipende per l’approvvigionamento di farmaci plasmaderivati, ci pone di fronte alla necessità di raggiungere, una volta per tutte, la tanto agognata autosufficienza di plasma.
Passiamo alle nuove generazioni. La necessità di ricambio generazionale è decisiva sia sul campo, con i donatori, sia in chiave dirigenziale. Ci raccontate anche le iniziative in programma sul piano della formazione?
Come ho già avuto modo di illustrare poco fa, nei prossimi mesi abbiamo in programma alcuni webinar incentrati proprio su queste tematiche e sull’importanza di coinvolgere sempre di più le nuove generazioni. Per raggiungere tale obiettivo, però, è essenziale qualificare maggiormente i nostri volontari, incrementando il loro senso di appartenenza e la loro conoscenza della nostra storia e della nostra identità.
Pertanto, a fine dicembre abbiamo ufficialmente aperto le iscrizioni a un corso online a distanza totalmente gratuito e rivolto, per la prima volta nella storia di AVIS, a tutti i suoi iscritti.
Sviluppato sulla base delle Linee Guida presentate durante l’Assemblea Generale del 2017, il programma delle lezioni prevede cinque aree tematiche: conoscere AVIS, competenze trasversali, promozione, chiamata-convocazione e accoglienza dei donatori. A completare l’offerta formativa, un team di tutor esperti che supporterà i processi di apprendimento e le eventuali esigenze dei partecipanti.
A questo percorso si affiancano i costanti incontri nelle scuole che AVIS, da sempre, conduce su tutto il territorio nazionale. Nonostante la pandemia abbia ostacolato tali attività, i nostri volontari non si sono mai fermati ed è nostra ferma volontà proseguire questo impegno, anche attraverso progetti nazionali come il Best Choice, che punta a sensibilizzare ai valori della cittadinanza attiva ben diecimila studenti.
Infine chiudiamo in bellezza. Qual è l’augurio associativo per il 2021?
Quello che si è appena concluso è stato un anno straordinariamente difficile che ha avuto un forte impatto sulla vita di ciascuno di noi. Abbiamo vissuto mesi complicati, segnati da un nemico tanto ostico, quanto invisibile: un virus che ha stravolto la quotidianità, il lavoro, l’organizzazione delle strutture ospedaliere, il mondo, la nostra vita. Mai come oggi è il caso di augurarsi un “ottimo principio”. Il 2021 a cui ci stiamo affacciando deve essere per noi l’anno della rinascita. Un periodo di ripresa che sarà trainato dal vaccino contro il COVID-19.
Una cosa, però, la pandemia non è riuscita a fermare: la solidarietà. Ciascuno ha fatto la propria parte anche quando è stato il momento di donare. Insomma, nonostante la drammaticità vissuta, il nostro essere donatori e volontari ne è uscito ancora una volta rafforzato.
L’augurio è che questo impegno possa proseguire nel nuovo anno e in futuro con un rinnovato senso di iniziativa e un rafforzato spirito di comunità e responsabilità.