Natalità nei paesi in via di sviluppo, il sangue e il frigorifero di Africa Cuamm

2020-12-10T17:54:34+01:00 10 Dicembre 2020|Mondo|
parto complesso di Laura Ghiandoni

A pochi giorni dal Natale è il momento giusto per parlare di natalità, e della nascita dei bambini in tutto il mondo. Il momento del parto è qualcosa che emotivamente unisce tutte le culture, ma quando dal piano del racconto emotivo si passa alla realtà purtroppo è necessario aggiungere che partorire è un momento molto delicato e che non sempre procede tutto per il meglio.

Per fortuna in Italia le complicazioni al momento del parto accadono sempre più di rado, ma nel resto del mondo, e in tanti paesi meno sviluppati, certe situazioni sono ancora oggi piuttosto frequenti. Medici con l’Africa Cuamm (Collegio universitario aspiranti medici missionari) è l’organizzazione impegnata ad affiancare le mamme e i bambini a garantire l’accesso al parto assistito e la cura del neonato in sette paesi dell’Africa Sub-sahariana, e Fabio Manenti, programme manager dell’organizzazione, è tornato di recente dalla South Omo Zone, area situata nel sud dell’Etiopia, riportando con sé una bellissima notizia: l’acquisto di un frigorifero per la conservazione del sangue, uno strumento essenziale per la gestione dei parti complessi.

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Popolazione della South Omo Valley

Il dirigente racconta: “Con questo nuovo progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) abbiamo voluto focalizzarci sulla mortalità materna, per ciò che concerne le complicazioni che si presentano durante il parto. Durante la gestione di un cesareo o di un parto complesso, dove si possono affacciare problematiche come la placenta previa, o nel post-parto, quando può presentarsi una grave emorragia, avere riserve di sangue è centrale perché il sangue fa la differenza tra la vita e la morte della donna”.

Africa Cuamm, per riuscire nel proprio intento, ha dovuto lavorare su due fronti: “Abbiamo cominciato reclutando un tecnico di chirurgia, e intervenendo sulla gestione di due presidi: l’ospedale della città di Ginka e il presidio di Turmi, un centro della salute in cui era presente una sala chirurgica” e Manenti, riguardo all’importanza di acquistare un nuovo refrigeratore speiega: “A Turmi non c’era una banca del sangue, e nemmeno un frigorifero per conservarlo. Per andare alla banca del sangue più vicina, a Ginka, occorrono circa 3 ore di strada”.

Per questo motivo era importante intervenire su diverse criticità: “Il primo problema che abbiamo riscontrato è il sistema di distribuzione del sangue, poi è stata avviata la collaborazione con la banca del sangue della zona, giacché l’Etiopia ha una banca del sangue di cui ci possiamo fidare”.

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Africa Cuamm, dove operiamo in Etiopia

Manenti si è soffermato su quanto sia stato cruciale l’acquisto del refrigeratore: “Con il frigo oggi i medici possono stoccare il sangue che arriva da Ginka, che a sua volta lo riceve da Awasa, e avere sacche pronte e a disposizione a Turmi”. E non è tutto, perché il progetto di Africa Cuamm ha un risvolto importante anche in fatto di formazione. “Per rendere il presidio efficiente è stata fatta formazione ai tecnici di laboratorio sul test per i gruppi sanguigni” – spiega Manenti – “e da poche settimane sono cominciate le trasfusioni”.

Il frigorifero per il sangue è uno strumento semplice che però contribuirà a salvare delle vite. Il dirigente racconta: “E’ alimentato da energia solare, mantiene il sangue a temperatura di 4 gradi, ha la porta di vetro in modo che sia possibile vedere la disponibilità o la mancanza di sacche”. Avere delle riserve di sangue rappresenta un cambiamento rivoluzionario per le donne dell’area, ma il supporto ai parti complessi non è il solo utilizzo possibile delle sacche. “Anche la malaria dà la sua forma di anemizzazione, e avere sangue pronto all’uso, in certi casi di anemia grave nei bambini, è l’unico modo per evitare la morte”.