Raccolta plasma di maggio, si registra un calo
Serve impegno per rispettare il Piano nazionale plasma

2020-06-23T11:58:24+02:00 23 Giugno 2020|Donazioni|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Dopo il calo registrato nella rilevazione di aprile, che naturalmente risentiva delle difficoltà legate ai momenti più duri determinati dal Coronavirus, anche i dati di raccolta plasma rilevati a maggio 2020 non lasciano dormire sonni tranquilli. Il meno -11, 6% del precedente bilancio si è trasformato in un meno -16 % – lo ricordiamo – rispetto al maggio 2019 e non nel dato di raccolta complessivo che tuttavia, come vedremo in dettagli tra poco, è inferiore di circa ventiduemila (22k) chilogrammi rispetto allo scorso anno.

Sicuramente l’incidenza dell’epidemia su questi numeri è molto profonda, ma l’elemento che desta maggiori preoccupazioni è che con non sarà semplicissimo invertire questa tendenza al calo nei prossimi mesi estivi, storicamente più difficili degli altri. Ma entriamo in dettaglio.

In figura 1, ecco i dati regione per regione relativi al periodo di riferimento maggio 2020 vs maggio 2019: fa impressione vedere la quantità di triangoli rossi – segnale di delta negativo rispetto alla scorsa stagione – che ritroviamo in tutte le regioni italiane fatta eccezione per la Sardegna (+46,2%) e per la provincia autonoma di Bolzano (+15,5%). Cali significativi nel resto del Paese, con una particolare preoccupazione per il dato lombardo, vero motore della raccolta nazionale, che si assesta al -17,9%.

Fig. 1

In figura 2 invece, tabella 3, è possibile analizzare in chilogrammi il dato di raccolta complessiva gennaio/maggio 2020 vs gennaio/maggio 2019: appena più di ventiduemila (22k) chili il gap in negativo tra questa annata e la precedente, un calo determinato in buona misura dalla Lombardia (circa settemila chili in meno) e da piccoli cali generalizzati in tutte le regioni, più o meno rilevanti, dai duemila chilogrammi della Sicilia al dato pressoché equivalente del Piemonte. Sardegna e Friuli Venezia Giulia, sebbene di pochissimo, sono le uniche che hanno migliorato la loro raccolta.

Fig. 2

L’estate, con i suoi dati di raccolta storicamente più bassi, non sarà probabilmente il momento migliore per andare in recupero, ma la situazione generale, rispetto agli obiettivi del Piano nazionale plasma non è ancora del tutto compromessa. Serviranno mesi autunnali molto performativi e un’estate fatta di campagne, di sensibilizzazione, di informazione su temi chiave come plasma iperimmune e necessità di dedicarsi alla plasmaferesi. In tal senso, molto positivo che il sistema sangue abbia già promulgato le sue linee guida per affrontare la futura stagione influenzale. Il bisogno di sangue, e di plasma, non va mai in vacanza, meno che meno in questo 2020.