La politica si accorge della terapia al plasma. L’interrogazione di Forza Italia

2020-05-11T11:33:40+02:00 8 Maggio 2020|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Si è parlato così tanto della terapia anti Covid-19 basata sul plasma iperimmune dei pazienti guariti che anche la politica, con un certo ritardo, ha deciso di occuparsene. E così ieri, giovedì 7 maggio, durate la seduta in Aula della Camera dei Deputati, l’onorevole Patrizia Marrocco di Forza Italia si è rivolta direttamente al ministero della Salute per chiedere che la sperimentazione sul plasma iperimmune venga estesa a tutte le regioni.

L’interrogazione della Marrocco si basa essenzialmente sui risultati del protocollo portato avanti dagli ospedali Carlo Poma di Mantova e San Matteo di Pavia, risultati non ancora quantificati in via ufficiale ma “anticipati” sui media dal professor De Donno, che ha parlato di un tasso di mortalità pari a zero sul numero cospicuo di 80 pazienti trattati. Pazienti che anzi hanno ottenuto riguardevoli miglioramenti.

Altro punto forte dell’interrogazione della Marrocco è stato il riferimento alle parole di Gianpietro Briola, Presidente di Avis Nazionale e coordinatore Civis, che nei giorni scorsi ha ribadito spesso, sui media, la posizione dell’associazione, di grande apertura e collaborazione con i protocolli attivi, seppur con la giusta cautela in attesa delle novità che arriveranno dalla ricerca. A Radio Bruno, solo qualche giorno fa, Briola aveva infatti risposto così alle molte polemiche mediatiche suscitate sull’argomento plasma: “Vorrei precisare che AVIS non ha mai messo in discussione la validità dell’approccio terapeutico che prevede la somministrazione di plasma iperimmune ai pazienti gravi affetti da Covid-19. AVIS, insieme al mondo scientifico e al Centro Nazionale Sangue, sta seguendo con molta attenzione l’evoluzione e si sta adoperando per studiare queste opportunità. AVIS è sempre stata al fianco della ricerca scientifica e ora che più che mai intende farlo. Quella in corso è una terapia emergenziale già nota per altre malattie. Si tratta di una sperimentazione che sta dando risultati confortanti e che, speriamo, potrà aiutarci ad avviare la produzione su larga scala di immunoglobuline per la cura del Coronavirus. Occorre tempo e soprattutto occorre incrementare il numero di pazienti su cui si sta testando il plasma iperimmune”.

Altro tema integrabile all’interrogazione dell’onorevole forzista sono le recentissime parole del Governatore del Veneto Zaia, che come riporta Repubblica ha annunciato la volontà di aprire una “banca del plasma” per congelare e immagazzinare plasma già testato in quanto a efficacia anticorpale, in modo da avere scorte di materia prima disponibili e utilizzabili a settembre.

Una risposta politica istituzionale e coordinata agli ottimi risultati finora registrati a Mantova e Pavia, sembra a questo punto assolutamente necessaria, al fine di non disperdere un’occasione importante di creare un arma efficace nel breve periodo per combattere il Covid-19 nei casi ospedalizzati, e più a lungo termine per sfruttare il potenziale delle immunoglobuline.

In attesa di sapere se questa risposta istituzionale ci sarà, ecco il testo completo dell’Interrogazione:

Interrogazione FI estensione sperimentazione plasma iperimmune in tutte le Regioni

— Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

gli ospedali Carlo Poma di Mantova e San Matteo di Pavia sono stati tra i primi centri autorizzati a portare avanti la sperimentazione con il plasma dei pazienti guariti per curare quelli ancora affetti dal Covid-19;

tra Mantova e Pavia sono stati trattati circa 80 pazienti col plasma di guariti da Covid-19. La mortalità di questo protocollo finora è stata pari a zero;

il primario del reparto Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, il prof. Giuseppe De Donno, ha dichiarato: «a Mantova abbiamo creato una banca del plasma. Creando banche plasma in giro per l’Italia riusciremmo ad arginare un’eventuale seconda ondata»;

sono sempre di più le regioni italiane che hanno avviato questa sperimentazione, per valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento con plasma iperimmune, raccolto da donatori residenti nella medesima area geografica dei pazienti affetti da coronavirus. Un’indagine epidemiologica per la ricerca di anticorpi anti-SARS-CoV-2 sui donatori sani del primo focolaio epidemico;

come ha spiegato il presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola, «il fatto che molte strutture si stiano attivando per avviare questa sperimentazione rappresenta un passo importante verso nuovi scenari di gestione della pandemia. Un qualcosa che è reso possibile grazie all’impegno e alla generosità di tutti i donatori italiani»;

l’immunoterapia passiva, effettuata con l’impiego del plasma di pazienti guariti da Covid-19, potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica promettente nel trattamento delle infezioni –:

se non ritenga di adottare le iniziative di competenza per estendere a tutte le regioni la sperimentazione con il plasma dei pazienti guariti per curare quelli ancora affetti dal Covid-19, già avviata in diversi ospedali del nostro Paese.