Il Centro nazionale sangue, ieri 8 marzo, ha rilasciato una circolare in cui aggiorna le indicazioni relative alla raccolta sangue e plasma in questo periodo di crisi per l’emergenza coronavirus. Nel documento, il Cns indica di ripristinare la raccolta nei territori in cui era sospesa per la diffusione dell’epidemia. Le zone in cui era stata interrotta, e che torneranno ad essere attive, sono: la regione Lombardia, le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Si torna a partecipare alla donazione di sangue, spiega Gianpietro Liumbruno, direttore dell’istituto: “Tenuto conto che le attività di donazione e raccolta del sangue e degli emocomponenti sono livelli essenziali di assistenza (art. 5, legge 219/2005) che garantiscono la continuità del supporto trasfusionale a oltre 1.800 pazienti al giorno sul territorio nazionale“. La donazione del sangue, quindi, riprende nelle zone in cui sono applicate le restrizioni del Ministero della Salute relative alla mobilità dei cittadini.
Le raccomandazioni presenti nella circolare sono quindi quelle di non sospendere le raccolte del sangue e degli emocomponenti, presso le strutture ospedaliere pubbliche e presso le unità di raccolta associative dell’intero territorio nazionale. Inoltre il Centro si rivolge alle associazioni e alle federazioni dei donatori di sangue raccomandandosi che venga garantita la mobilità del personale attivo nella raccolta. Nello stesso tempo indica di rafforzare le misure di prevenzione della diffusione del Covid-19, utilizzando non solo l’applicazione della triage, ma che la programmazione delle donazioni e degli appuntamenti via telefonica. Quindi, nelle sale d’attesa il Centro si raccomanda di “gestire le sedute di raccolta in modo programmato, regolamentando i flussi dei donatori in modo cadenzato, per evitare gli assembramenti e garantire la distanza di sicurezza di almeno un metro negli ambienti chiusi”.
Inoltre, per non eccedere nelle misure di precauzione, viene chiesto al personale impegnato nei reparti trasfusionali di “non assumere provvedimenti di “quarantena” sulle unità di emocomponenti prelevate perché non sostenute da evidenze scientifiche in ragione della non dimostrata trasmissione trasfusionale del Covid- 19″.