L’8 marzo è la giornata internazionale della donna
Donatrici: come riuscire a donare di più, in salute

2020-03-07T11:03:13+01:00 7 Marzo 2020|Primo Piano|
di Laura Ghiandoni

Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia nel 2018 sono stati 1.682.724 i donatori che hanno partecipato alla raccolta di sangue e plasma. Di questi il 31,7 per cento, cioè meno di un terzo, è donna. Una spiegazione di quello che avviene nel mondo delle donatrici- e di come sia possibile invertire il trend e donare più sangue- lo indica Alessandra Berzuini, direttrice del centro trasfusionale del Policlinico di Milano: “Spesso i medici di base non consigliano alle donne di andare a donare sangue intero per questioni legate alle carenze di ferro e di emoglobina. Il problema è fisiologico, caratteristico della donna in età fertile e coinvolge moltissime persone”.

L’ematologa spiega: “Quando nel nostro centro si presenta un caso di questo tipo, noi cogliamo l’occasione per valutare attentamente l’entità della carenza di ferro e anche le cause che l’hanno determinata, questo ci permette di correggerla- e aggiunge -come supporto offriamo degli integratori di solfato di ferro, che non sono un farmaco, bensì un oligoelemento, che fa già parte del nostro corpo, quindi proponiamo una terapia nelle dosi e quantità appropriate”.

La dottoressa indica il risultato di questo percorso: “Mantenendo sotto controllo la carenza di ferro attraverso analisi regolari, con l’affiancamento di un ematologo esperto, otteniamo molti risultati positivi: innanzitutto il benessere fisico della donatrice, poi il fatto che la cura le permette di donare sangue più frequentemente e aumentare i controlli sulla propria salute. In aggiunta la normalizzazione del ferro è favorevole alle donne che intraprendono una gravidanza e al bambino che nascerà”.

Alice Simonetti, componente del comitato esecutivo di Avis Nazionale, dichiara: “Tra uomo e donna ci sono delle differenze oggettive nella donazione di sangue e plasma. Le donne possono donare sangue intero due volte l’anno, quindi la metà rispetto agli uomini, perché, oltre al ciclo mestruale, e alla possibilità della gravidanza, la maggior parte delle volte sono più  soggette ad avere carenze di ferro e livelli inferiori di emoglobina”. Rispetto alla sua esperienza di donatrice commenta: “Dono il plasma per aferesi, è utilissimo per i farmaci plasmaderivati che servono a moltissimi pazienti con un deficit nel sistema immunitario. È possibile donarlo ogni 15 giorni a distanza dal ciclo mestruale”. Per riuscire a mantenere con regolarità l’impegno di donatrice attiva consiglia: “È meglio organizzarsi monitorando bene il ciclo attraverso un calendario o una applicazione e telefonando in anticipo all’associazione per fissare l’appuntamento”. A proposito dell’esperienza  di volontariato conclude: “Collaborare con Avis mi permette di realizzare la migliore versione di me. È bello aiutare gli altri. È importante il supporto che viene offerto a noi donne per sostenere il tempo dedicato al volontariato“.