Nel Lazio mancano 30mila sacche di sangue
Autosufficienza ematica ancora non raggiunta

2020-02-13T17:49:20+01:00 6 Febbraio 2020|Attualità|
di Laura Ghiandoni

Grave carenza di sangue nel Lazio. Lo conferma Pietro Pasquarelli, presidente dell’Associazione donatori sangue problemi ematologici, a margine dell’inaugurazione della nuova sede intitolata a Fabrizio Frizzi nell’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, avvenuta nella mattina di ieri 5 febbraio.
“Sono 30mila le sacche che la Regione deve acquistare ogni anno per raggiungere l’autosufficienza, la mancanza di riserve è costante” spiega il dirigente: “Il problema sul territorio è sempre stato importante: siamo nati come Ad Spem nel 1978 grazie all’ematologo Mandelli per occuparci della mancanza di sangue per la chirurgia e le terapie trasfusionali” racconta: “Oggi riuniamo 30mila donatori iscritti”. L’istituto, presente con quattro sedi a Roma, è specializzato nelle donazioni di sangue per supportare chi è stato colpito da malattie ematologiche, come talassemia e microcitemia.

A proposito della raccolta sangue di gennaio aggiunge: “In questo periodo il problema della psicosi coronavirus sta peggiorando la situazione e non sta aiutando ad aumentare il numero di donatori. Ma abbiamo anche alcune difficoltà legate all’influenza stagionale, che a gennaio ciclicamente raggiunge il picco. D’estate invece a volte dobbiamo fermare la raccolta, a causa della zanzara chikungunya presente in Asia e Africa”.
A proposito della questione delle donazioni di sangue per i viaggiatori che vanno e tornano a Roma: “Se si visitano i paesi dove è presente un’epidemia, i donatori rientrati devono effettuare il test antimalarico e se necessario fermarsi per sei mesi dal donare” spiega il dirigente, che aggiunge: “Per sopperire alla grave carenza ci stiamo impegnando nella sensibilizzazione di tutta la popolazione, ma soprattutto dei giovani. Siamo anche presenti all’interno dell’Università La Sapienza con un’autoemoteca parcheggiata accanto alla sede nei pressi del Policlinico Umberto I. Proprio legato agli studenti di medicina si è creato il sottogruppo Gocce di Sapienza collegato con l’università, tutto per invogliare i giovani a partecipare”.