Ribadire il ruolo dei volontari come dna dell’associazione, senza dimenticare l’importanza che sensibilizzazione e corretti stili di vita devono avere nell’attività di tutti i giorni. Piazza Santa Lucia Filippini, a Roma, è pronta ad accogliere il secondo FidasLab 2019, il corso di formazione organizzato dalla federazione dei donatori di sangue, in programma dal 22 al 24 novembre prossimi.
Una tre giorni che vedrà oltre 80 partecipanti impegnati in una serie di laboratori, ognuno caratterizzato da un’area tematica differente: dalla promozione del dono di sangue ed emocomponenti ai corretti stili di vita da seguire, passando per corsi di ufficio stampa, progettazione di bandi ed elaborazioni grafiche. A guidare i partecipanti saranno esperti del settore capaci di rispondere a dubbi, offrire consulenze specifiche e lasciare spazio alle esercitazioni pratiche. La scelta di suddividere il corso in due diversi appuntamenti (il primo era stato dal 1° al 3 novembre) è stata legata alla volontà di offrire a un numero più ampio possibile di volontari l’opportunità di prendere parte al progetto e al contempo poter svolgere i momenti laboratoriali dedicando ad ognuno la giusta attenzione.
Come ha spiegato a DonatoriH24 il presidente di Fidas Nazionale, Aldo Ozino Caligaris, “è importante parlare di promozione del dono e di fidelizzazione dei donatori, ma tutto questo non serve a nulla se non abbiamo delle persone in salute. I corretti stili di vita sono il punto di partenza per un avvicinamento alla donazione: il donatore deve essere in buono stato di salute per poter garantire una terapia trasfusionale buona e sicura per i riceventi”. Un appuntamento che Fidas ripropone ogni anno per garantire formazione e informazione ai responsabili associativi: “Da qualche tempo abbiamo suddiviso il progetto in una fase di gestione plenaria e in una con gruppi di lavoro – prosegue -, organizzati su argomenti che rappresentano le priorità nell’attività delle associazioni“.
Un corso aperto a tutte le fasce d’età, ma che per ovvie ragioni strizza un occhio ai giovani: “Sensibilizzare e diffondere l’impegno che Fidas e i donatori svolgono tutti i giorni è fondamentale per garantire quel ricambio generazionale che ancora fatica a compiersi del tutto. Ci auguriamo – conclude il presidente – che sia un momento di confronto e di approfondimento per migliorare ancora di più il nostro lavoro a livello istituzionale”.