“Il sangue si dona, non si versa. Il sangue non ha né colore né religione”. Questo lo slogan dell’iniziativa organizzata lo scorso 15 marzo da Avis Comunale di Ferrara insieme alle comunità musulmane delle moschee cittadine di via Traversagno e via del Commercio.
«Queste due realtà sono molto popolate e inserite bene nel contesto del nostro territorio, da anni collaboriamo con loro, ma anche con gruppi ebraici e cristiani ortodossi» racconta il presidente di Avis Comunale Ferrara, Sergio Mazzini a DonatoriH24. E continua: «Dall’anno scorso però abbiamo consolidato i rapporti con le due moschee, anche grazie alla presenza di un ragazzo musulmano tra i nostri consiglieri».
Dal 18 marzo inoltre, l’Unar (l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) ha organizzato la “settimana mondiale contro il razzismo”, giunta ormai alla sua XV edizione. E, alla luce del clima di tensione che sta vivendo la nostra società negli ultimi anni, iniziative e progetti come quelli di Avis Comunale Ferrara sono più che importanti.
Ecco che il terribile attentato di questi giorni in Nuova Zelanda ha reso solo più impellente la necessità e la volontà di collaborazione tra realtà di origine e cultura differenti. «Il nostro slogan è stato infatti “Il sangue si dona, non si versa” e tra i nostri obiettivi c’è quello di creare un legame forte di solidarietà e scambio culturale in un contesto attuale che lo rende spesso difficile» continua il presidente.
Non solo per la donazione del sangue, quindi, ma l’associazione di donatori lavora anche per fondere due culture diverse solo in superficie. «Collaboriamo spesso anche con la Croce Rossa e proprio in questi giorni abbiamo trascorso una giornata tra lezioni di primo soccorso, partite di calcio e un pranzo conviviale, tutto all’insegna della gioia, della solidarietà, della salute e del dono del sangue», racconta Mazzini.
E il riscontro è positivo: alcuni membri delle comunità si recano abitualmente a donare e in moltissimi partecipano attivamente alle varie iniziative. Quello che trasmettono dai consigli delle moschee, spiega il presidente di Avis Comunale Ferrara, è la consapevolezza che ci siano molte cose su cui dialogare per uno scambio reciproco e consapevole con la città, ma che l‘inclusione è un obiettivo che verrà perseguito collaborando con rispetto e una forte volontà.
«Il lavoro di Avis è anche a livello provinciale, ci sono molte comunità attive e partecipi come quelle di Porto Maggiore, di Bondeno, in cui i gruppi sono di origine varia e diversa ma tutti uniti dalla solidarietà e, anche, dalla cultura del dono» prosegue Mazzini.
Importante per l’associazione di donatori ferrarese è l’esigenza di instaurare anche un rapporto di buone pratiche sanitarie, «su questo sono tutti molto attenti» spiega il presidente di Avis Comunale, «uno dei punti su cui facciamo informazione è quello della possibilità, attraverso la donazione, di mantenere un comportamento di vita sano e monitorato grazie ai regolari esami del sangue»
E con lo sguardo fisso verso un futuro di inclusione e scambio reciproco «come associazione umanitaria dobbiamo avere nel dna una forte apertura: la solidarietà non può avere confini, il sangue è rosso, è dello stesso colore per tutti!» conclude il presidente.