Donazione organi
Le donne italiane prime in Europa

2019-03-12T01:06:22+01:00 11 Marzo 2019|Primo Piano|

Le donne italiane sono le prime donatrici di organi per trapianti da vivente in Europa. Questo è ciò che emerge dai dati pubblicati dall’Osservatorio sulla salute del ministero della Salute italiano.

In Italia infatti le donne che donano i propri organi per un trapianto da vivente sono il doppio degli uomini. In particolare, al 2001 al 2017 sono state 3487 le persone che hanno scelto di donare un rene o una porzione del fegato: 2322 donne (il 66,6%) e 1165 uomini(33,4%). Un divario ancora più accentuato per quanto riguarda il solo trapianto di rene: in questo caso la percentuale di donatrici sale al 68,9%(2151 donne contro 973 uomini).

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Il Rapporto Osservasalute descrive e confronta la situazione demografica, lo stato di salute e l’organizzazione dell’assistenza sanitaria delle popolazioni nelle diciannove regioni e nelle due provincie autonome (Trento e Bolzano) in cui è suddiviso il territorio italiano. In particolare

DONNE ITALIANE PRIME IN EUROPA

I dati sono stati confrontati con l’Edqm (European Directorate for the Quality of Medicines) che riporta la percentuale di donatrici italiane rispetto a Spagna (65%), Gran Bretagna e Turchia (55%) e Francia (48%).

L’Edqm infatti prende in analisi l’attività trapiantologica dei paesi membri del Consiglio d’Europa e nel 2017 le donazioni di rene da vivente effettuate da donne sono state in media il 58% del totale, mentre solo in Italia rappresentano il 70%.

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MADRI DONATRICI

Il focus del Sistema informativo trapianti permette di osservare alcune differenze anche tra le tipologie di relazione tra donatore e ricevente.

In quasi un caso su tre a donare l’organo sono le madri ai propri figli (1017, il 29,2%) mentre i padri rappresentano il 12,7% del totale (442 donazioni).

Allo stesso modo le mogli donatrici sono oltre il doppio dei mariti, rispettivamente il 19% e l’8,1% (662 le donne e 281 gli uomini). Maggioranza femminile anche nelle donazioni tra fratelli: nel periodo in esame l’organo è arrivato da 401 sorelle (11,5%) mentre e 240 maschi (6,9%). Nessuna differenza, invece, nelle donazioni dei figli verso i genitori: donatrici sono state 92 e i donatori 101.

INCENTIVARE LA DONAZIONE DA VIVENTE

«La differenza di genere nella donazione da vivente risente certamente dell’incidenza di alcune patologie che, dal punto di vista epidemiologico, interessano i due generi in maniera differente, ma una tendenza così marcata evidenzia una maggiore predisposizione a donare da parte delle donne, soprattutto nel contesto familiare», commenta il direttore del Cnt Massimo Cardillo.

«L’equilibrio si ristabilisce, sebbene i numeri siano ancora esigui, se si parla di donazioni samaritane, ovvero quelle effettuate da chi offre un proprio organo per salvare la vita di un malato con il quale non ha alcun legame di tipo familiare o affettivo: in Italia dal 2015 ne abbiamo avute 7, di cui 4 da parte di donne e 3 da parte di uomini». Per Cardillo infatti «è importante continuare a lavorare per incentivare le donazioni da vivente, che sono un’opportunità sicura ed efficace che può aiutare a ridurre ulteriormente le liste d’attesa, soprattutto per il trapianto renale».