In una sala pienissima dell’hotel Palace di Catanzaro Lido si è svolta sabato 27 ottobre l’ultima giornata del workshop “Plasma Italia, un percorso strategico“, organizzato dal Centro nazionale sangue e dalla Federazione Internazionale delle Organizzazioni di Donatori di Sangue (Fiods/Ifbdo). Momenti di aspro dibattito e di discussioni pacate si sono alternati nella mattinata: l’assemblea generale ha infine approvato le linee guida del documento finale. Nei prossimi giorni i coordinatori dei tre gruppi di lavoro si incontreranno per stendere il paper che verrà poi diffuso all’interno di tutte le associazioni, alle istituzioni e agli altri stakholder.
«Il giudizio sulla due giorni non può essere che positivo commenta a Donatorih24 Luciano Franchi, vicepresidente vicario Avis Toscana – c’è molta soddisfazione per essere riusciti ad organizzare il primo memento vero di discussione che ha visto riuniti tutti i protagonisti del sistema sangue, donatori, istituzioni, associazioni e anche aziende».
Ma veniamo al racconto delle due giornate.
SABATO – IL PAPER FINALE
Il momento di dibattito più acceso c’è stato nella mattinata di domenica, quando si è discusso di lavorazione di plasma: sabato non si era arrivati ad un accordo. La richiesta proposta da una minoranza di rivedere la disposizione di legge che vieta la lavorazione di plasma in Paesi Ue dove la donazione di plasma viene remunerata – in sostanza la Germania, dove opera il gruppo australiano Csl Behring – non era stata accolta. Domenica la proposta è stata riportatati in plenaria. Gli “schieramenti” sono stati quelli che già si conoscono: a motivare la proposta, tra gli altri, Giuliano Grazzini (Fiods) e i rappresentanti del Veneto; a contrastarla, tra gli altri la Toscana e l’Emilia Romagna.
La mediazione è stata complessa ma è arrivata: viene riportato il testo della legge vigente e se in futuro emergeranno nuove evidenze se ne discuterà.
IL DONO RESTA GRATUITO
Per quanto riguarda le altre proposte, sono state recepiti molti dei punti discussi nei workshop tematici di sabato.
Particolare rilievo è stato dato, nell’ambito delle proposte relative alle donazioni, all’eticità del dono, alla necessità del potenziamento degli organici del mondo trasfusionale, alla possibilità di abolire la giornata di riposo.
Nello specifico:
- definizione di criteri di selezione univoci per il donatore di sangue e plasma
- maggiore informazione: ampliare il patrimonio di conoscenza di professionisti e donatori
- maggiore informazione per una maggiore fidelizzazione
- necessità di omogeneità nel trattamento dei donatori
- sviluppo di una nuova proposta di rete trasfusionale nazionale
- modifica dell’organizzazione in modo da rendere eliminabile la giornata di riposo
- garantire l’efficienza del sistema pubblico
- garantire le necessarie risorse umane
- garantire un’adeguata professionalità
- garantire la condivisione della programmazione nazionale
- mantenere il monitoraggio degli obiettivi e degli indicatori
- rafforzare il controllo e il monitoraggio degli obiettivi a livello regionale e nazionale
- sostenere la donazione volontaria non retribuita
- garantire la maggiore sicurezza possibile per donatori e riceventi
- rafforzare il modello pubblico integrandolo con assoiciazioni e federazioni di donatori
«I punti importanti che sono stati condivisi – prosegue Franchi – riguardano la visione d’ insieme necessaria per lavorare sui territori locali, la necessità di una nuova flessibilità dei centri di raccolta che si avvicinino alle esigenze dei donatori e l’investimento su nuovi organici di quelle risorse che il sistema trasfusionale risparmia o addirittura produce».
I dati portati dal presidente nazionale Avis Gianpietro Briola infatti parlano chiaro: solo il 20 per cento dei donatori richiede la giornata di riposo che spetta di diritto dopo una donazione. «Però tale diritto a volte getta le basi – del tutto ingiustificate – di critiche, senza contare che in diverse reatà questo diritto non viene neanche riconosciuto», di conseguenza, meglio puntare su flessibilità di orari e mettere da parte la gironata di riposo.
I FONDI RISPARMIATI RESTINO AL TRASFUSIONALE
Un punto nevralgico la questione dei fondi. Grazie alle nuove gare d’appalto si risparmiano soldi, così come attraverso un’attuazione efficace delle officine trasfusionali: è giusto che questi soldi vengano investiti sul sistema trasfusionale, in termini di personale e macchinari.
Infine la questione dati: «non è possibile che si prendano decisioni su dati vecchi anche di due anni – commenta franchi – è importante lavorare affinche il sistema informatico che raccoglie dati su raccolte e consumi sia aggiornato e permetta di prendere meglio le decisioni che riguardano la collettività».
La giornata è iniziata con i saluti istituzionali e un lungo inquadramento delle tematiche che saranno affrontate nell’ambito dei gruppi di lavoro organizzati per la due giorni. A susseguirsi sul palco voci provenienti da realtà diverse non solo geograficamente ma anche da ambienti professionali diversi: presenti industrie farmaceutiche (nella veste di uditrici), mondo trasfusionista, istituzioni, associazionismo. Una pluralità di voci consapevoli tutte della necessità, per affrontare i cambiamenti del mondo sangue, di nuove analisi condivise.
«La presenza in sala di mondi anche diversi tra di loro uniti dal tema del sangue – spiega a Donatorih24 Luciano Franchi – Già questo può essere considerato un traguardo importante».
E in effetti la grande presenza di tutti gli stakeholder del sistema sangue dimostra quantomeno «un interesse forte e la voglia di non fare più analisi autoreferenziali di ciò che succede nella convinzione che per agire anche solo nel locale c’è bisogno di avere una visione di insieme».
Da qui la necessità di vedere il mondo sangue non più solo dal punto di vista della propria Regione, ma da quello del network a cui la Regione fa riferimento e di capire le dinamiche diverse messe in campo.
Ovviamente tutto in uno scenario internazionale che sta mutando e di cui hanno parlato sia il presidente del Centro nazionale sangue Giancarlo Maria Liumbruno che Giuliano Grazzini, Fiods. Grazzini ha anche accennato al grande tema che verrà affrontato in maniera più organica nelle prossime ore: questione etica e mercato nei processi di sensibilizzazione e awareness. Un tema attualissimo, che vede in campo da un lato coloro che vogliono mantenere il sistema italiano così come è oggi, e chi lo vorrebbe modificare, magari con qualche pennellata più volta al profitto.
«E’ un dovere del non profit – commenta Franchi – mutuare tutte le competenze anche dal profit per non lasciare spazi vuoti che possano essere riempiti da chi vuole cambiare il sistema sangue nella sua impostazione etica. Essere volontari per noi non vuol dire non essere efficaci ed efficienti, ma imparare in maniera professionale a creare sensibilizzazione».
IL POMERIGGIO
ORARI DI APERTURA FLESSIBILI
LAVORAZIONE DEL PLASMA, MOLTO DISACCORDO
Non si è arrivati all’accordo invece sulla questione della lavorazione del plasma: troppi malumori sulla proposta di rivedere il divieto di lavorazione del plasma nei paesi Ue in cui la donazione è a pagamento, in sostanza nella Germania dove lavora la società Csl Behring. «E’ stato un punto di forte disaccordo e potrebbe essere che domani venga omesso dalla relazione finale», spiega Luciano Franchi.
Accordo invece su molti altrla i punti che «finalmente mettono a sistema le esperienze fatte». Tra di essi:
- la proposta di ottimizzare e rafforzare il monitoraggio degli adempimenti previsti dalle linee di indirizzo nazionali e regionali volte a promuovere un ottimale livello di efficienza/sostenibilità della produzione di plasma;
- la proposta di realizzazione di studi economici “costi-ricavi” su campioni rappresentativi di varie realtà regionali, atti a dimostrare che, in condizioni ottimali, la gestione del sistema può essere un investimento produttivo e non solo un costo,
- la proposta di uno studio di nuovi modelli organizzativi volti ad ottenere livelli di efficienza ottimali della plasmaferesi, anche proponendo concretamente sperimentazioni gestionali.
- la proposta di costituzione di un coordinamento nazionale permanente per l’analisi e la valutazione della domanda di medicinali plasmaderivati;
- la proposta di ottimizzazione degli adempimenti di legge volti all’uso appropriato diei plasmaderivati, ottimizzazione dei flussi informativi a supporto del sistema plasma.
PERCHE’ UN WORKSHOP SUL SANGUE
Il pianeta sangue in Italia è diventato un mondo sempre più complesso in continua evoluzione. Raggiunta l’autosufficienza sangue anche se in termini di interscambio tra Regioni, molte restano le sfide: da qui la necessità di un lavoro programmato che coinvolga tutti gli attori in campo.
Questo hanno creduto gli organizzatori che vogliono con il workshop per addetti ai lavori proporre analisi e valutazioni partecipate dello scenario normativo-regolatorio nazionale e internazionale, nonché della promozione e programmazione della donazione del sangue e del plasma. Si discuterà anche ovviamente di autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti, con particolare attenzione ai medicinali plasmaderivati e alle tendenze della domanda e alle dinamiche del mercato. Un momento di confronto e sintesi, propedeutico al lavoro che tutti gli attori fanno quotidianamente dalle loro postazioni in giro per l’italia.