«Non sarà una formazione di tipo tecnico, ma verranno forniti spunti di ampio respiro per permettere di acquisire una visione strategica ad ampio spettro». Il professor Corrado Del Bo‘ (nella foto qui al lato) è coordinatore scientifico della scuola nazionale di formazione Avis con Fondazione Campus, e tra qualche ora incontrerà i nuovi allievi, giovanissimi studenti che saranno i futuri menager del settore non profit. «L’obiettivo è quello di imparare a fare bene del bene», da qui l’impegno a fornire gli strumenti per una formazione che permetta di essere manager preparati dal punto di vista etico, efficienti in campo economico ed efficaci nell’area della comunicazione e della politica.
Professore, come nasce l’idea di una scuola di formazione per il non profit?
Nasce quattro anni fa dalla volontà dell’ex presidente Avis Vincenzo Saturni e dal connubio con la Fondazione Campus in risposta alla necessità di preparare i dirigenti del futuro di Avis, in vista anche di un necessario ricambio generazionale. Abbiamo sempre ricevuto molte candidature rispetto ai posti disponibili.
Che tipo di selezione viene fatta per scegliere i venticinque fortunati che seguiranno le lezioni?
Valutiamo i curricula, la motivazione e le referenze da parte dei dirigenti dell’associazione. Tengo a sottolineare che riceviamo curricula di alto livello, sempre. A volte si tratta di giovani che hanno delle cariche all’interno delle associazioni territoriali, altre di volontari semplici, tutti hanno possibilità di accedere.
Cosa imparano concretamente questi ragazzi?
Non insegniamo loro a fare bilanci, anche se ne avranno bisogno per diventare manager, ma deleghiamo questo tipo di formazione ad atri momenti. Noi insegniamo loro ad avere una visione ampia del mondo non profit: se vogliamo usare la metafora del quadro e della cornice, noi puntiamo sulla cornice, lo sviluppo di quelle che oggi si chiamano soft skill , insegniamo ad avere una visione globale. Per questo nei tre week end del corso affronteranno tre moduli diversi, quello collegato alla dimensione etica, alla dimensione economica e politico comunicativa. Fino ad oggi abbiamo ottenuto riscontri più che positivi (nella foto qui sopra, ragazzi delle edizioni precedenti in aula, ndr).
Il mondo del non profit è in un momento cruciale della sua esistenza, crede che una scuola di questo tipo possa servire anche ad altre realtà di tale universo?
Posso dirle che la settimana scorsa come Fondazione Campus abbiamo inaugurato una scuola di formazione in collaborazione con Fedemo, la federazione delle associazioni emofilici, della quale sono coordinatore scientifico. Anche qui la volontà è di formare manager per il futuro. Questo tipo di formazione è estremamente utile, la nostra esperienza lo dimostra.