L’autosufficienza ematica è un interesse nazionale. A sottolinearlo è il testo del Programma nazionale sangue 2018, a cui le Regioni hanno dato il via libera lo scorso 26 luglio. Gli obiettivi qualitativi e quantitativi per il 2019-2020 elaborati dal ministero della Salute, sono chiari. Il valore attribuito a un approvvigionamento trasfusionale costante e intelligente, è legato alla presa di coscienza che le risorse per raggiungere l’obiettivo scarseggiano.
In quest’ottica, il Centro nazionale sangue (Cns) aveva chiesto alle Regioni e alle associazioni di donatori di incrementare la raccolta di sangue e plasma soprattutto. A tal proposito si legge nel Programma che tutti gli attori della filiera a livello regionale: “Sono invitati a potenziare la raccolta di plasma mediante aferesi”. Il provvedimento viene giudicato quindi indispensabile per “Scongiurare ripercussioni sull’autosufficienza nazionale”.
Di tutta risposta gli assessori regionali, riuniti al tavolo per l’approvazione del Programma, avevano ribadito necessità di interventi mirati per scongiurare un calo delle scorte. In sostanza il Cns doveva tenere conto nella valutazione degli obiettivi 2018 per il Servizio Trasfusionale, dell’impatto del trend negativo sia in termini di donazioni che di sacche di emocomponenti e plasma.
Le ragioni della richiesta riguardano proprio la salvaguardia dell’autosufficienza nazionale, che l’articolo 14 della “Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati” del 2015, definisce come obiettivo nazionale. Il suo fine è garantire a tutti i cittadini uguali condizioni di qualità e sicurezza della terapia trasfusionale. La legge ne riconosce quindi un ruolo e un valore sovraregionale e sovraziendale.
Dalle linee guida dettate nel Programma emerge un inderogabile imperativo. Tutti i criteri di organizzazione, gestione e monitoraggio proposti dal Cns nel testo, hanno come priorità assoluta il mantenimento dell’autosufficienza, a più riprese definita un interesse nazionale. Alla luce dei dati poco incoraggianti diramati l’8 settembre riguardo la carenza sangue che affligge quattro regioni italiane (Lazio, Toscana, Basilicata, Campania), suonano ancora più sconcertanti le dichiarazioni contenute nell’audizione dei dirigenti del Cns dello scorso 14 giugno, di cui abbiamo parlato in esclusiva su Donatorih24.
Il Centro nazionale sangue non si limita ad armonizzare il concetto di interesse nazionale, legato all’approvvigionamento di sangue, sulla base di cambiamenti economico-sociali e urgenze. In questo caso, suggerendo di “Non prenderlo alla lettera”, smentisce le sue stesse indicazioni e non tiene conto dei numeri. Ogni anno infatti in Italia ci sono circa 700 mila pazienti trasfusi, oltre 8 mila trasfusioni al giorno e 4 milioni di emocomponenti trasfusi.
Leggi: Autosufficienza: valore fondamentale o anche no?
*Scarica: il documento (Pdf) del Programma nazionale sangue 2018