«Ringrazio il Consiglio nazionale per la fiducia e il presidente uscente, Alberto Argentoni, per il lavoro svolto. Mi metto al servizio di Avis, dei suoi volontari e dei suoi donatori con passione». Sono le prime parole del nuovo presidente Avis nazionale, Gianpietro Briola, eletto nel primo pomeriggio di oggi dal Consiglio esecutivo dell’associazione riunito a Milano.
Cinquantacinque anni di Orzinuovi in provincia di Brescia, Briola è dirigente medico presso l’ASST Garda, responsabile del Pronto Soccorso e ha una lunga esperienza di volontariato avisino. Nell’associazione è stato infatti vicepresidente vicario di Avis nazionale e presidente di Avis provinciale Brescia. E’ stato anche presidente del Centro servizi volontariato di Brescia e componente del direttivo del Centro nazionale Sangue.
UN DIBATTITO INTERNO ACCESO E DEMOCRATICO
«Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri 91 anni di storia ed essere pronti ad affrontare tutte le sfide che ci attendono, dal nostro ruolo nel sistema trasfusionale al completamento della riforma del terzo settore», ha proseguito Briola che sostituisce Alberto Argentoni, le cui dimissioni erano state annunciate nero su bianco nella relazione conclusiva dell’82 Assemblea nazionale Avis tenutasi a Lecce tra il 19 e il 21 maggio scorsi.
Le dimissioni di Argentoni erano arrivate a poco più di un anno dalla sua elezione nel gennaio 2017 e più di due anni prima della scadenza naturale del mandato, previsto per il 2021. Una decisione sofferta, conseguenza di un acceso dibattito interno che in questi mesi ha minato la rappresentanza del medico di medicina generale di Eraclea, comune della città di Venezia. Contestazioni nate dopo il molto discusso “caso Pecora” arrivato alle cronache grazie a un servizio del programma televisivo Le Iene. Pasquale Pecora, allora membro del direttivo nazionale presieduto da Alberto Argentoni nel ruolo di vice presidente, rimase invischiato infatti lo scorso ottobre in un caso molto poco trasparente collegato alla raccolta sangue via automoteca della Campania, la sua regione. Un evento che ha incrinato per la prima volta dalla sua fondazione nel lontano 1927 la matrice etica profonda dell’associazione. Un caso citato in molti degli interventi dei delegati durante la tre giorni dello scorso mese svoltasi a Lecce che mettevano in discussione la governance Argentoni.
UN INTERREGNO FINO AL PRIMO LUGLIO
A testimonianza di come in Avis il dibattito interno possa essere anche molto acceso ma sempre all’insegna della democrazia, oggi è stato eletto il nuovo presidente. Con una particolarità rispetto alle elezioni nazionali avvenute fino ad ora: il Consiglio esecutivo nella giornata odierna non ha votato come consuetudine anche per il rinnovo del comitato esecutivo, elezione posticipata invece al prossimo primo luglio.
Si prospettano quindi due settimane di interregno per l’associazione, in cui il nuovo presidente non sarà circondato dai suoi “ministri”: segretario generale, due vice presidenti e tesoriere in primis. Del resto fino a questa mattina non era affatto sicuro per molti avisini che l’elezione si sarebbe effettivamente tenuta, possibile era infatti uno slittamento che però non c’è stato.
Facile comprendere quindi come la scelta presa oggi di non eleggere anche la squadra del nuovo presidente sia inedita per l’Avis nazionale e dovuta alla situazione straordinaria del momento. Una scelta che trova però dei precedenti in alcune elezioni di presidenti Avis locali, quando è accaduto che il nuovo leader si trovasse a fare i conti con candidati forti che però avevano perso per poco. Una decisione in ogni caso che oggi permette al Consiglio nazionale di prendere una pausa di riflessione in modo che possa assicurare all’Avis nazionale una squadra forte che rappresenti al meglio tutte le anime in essa presenti.