Inaugurata sabato scorso la Casa del donatore a Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro. La cerimonia ha fatto il paio con il 40°anniversario della sede comunale dell’Avis.
La struttura è stata intitolata a Basilio Molinaro: storico farmacista di Soveria Mannelli e fondatore della locale sezione associativa.
Nel corso dell’evento ha avuto luogo un dibattito cui hanno preso parte l’ex presidente Avis nazionale Andrea Tieghi; il presidente Avis regionale, Rocco Chiriano; il presidente provinciale dell’Avis Catanzaro, Francesco Parrottino; il presidente dell’Avis locale, Davide Rocca; il sindaco di Soveria Mannelli, Leonardo Sirianni (nella duplice veste di sindaco e di ex direttore sanitario Avis), e infine il parroco di Soveria Mannelli, don Roberto Tomaino.
«A fine serata – ha detto il presidente Davide Rocca – non posso che esprimere un grazie per questa bellissima giornata. La presenza di 26 Avis consorelle arrivate non solo dalla provincia di Catanzaro, ma anche da Reggio e Cosenza ha reso questo giorno veramente speciale. Un traguardo ragguardevole quello dei 40 anni, che non potevamo festeggiare nel modo migliore.
«Aver potuto inaugurare la Casa del donatore, grazie al lavoro di molti volontari e soci dell’Avis di Soveria Mannelli, e ricordare in questo modo chi con l’esempio ci ha proceduto, Basilio Molinaro promotore della fondazione dell’Avis di Soveria Mannelli, intitolandogli la struttura ci riempie di orgoglio e soddisfazione.
«Il lavoro svolto dai giovani dell’Avis di Soveria Mannelli – ha aggiunto Rocca – ha impreziosito questo importante evento di festa che ha visto partecipe non solo la comunità di Soveria Mannelli, ma l’intera associazione Avis calabrese ben rappresentata. Credo che il risultato di tanto lavoro si possa racchiudere nella frase di Peter Marshall scelta per chiudere il video in ricordo di questi quarant’anni “La misura di una vita ben spesa non sta in quanto è durata ma in quanto si è donato”. Noi continueremo a lavorare in questa direzione – ha concluso il presidente – perché la cultura del dono possa diventare sempre più azione quotidiana e non straordinaria».