Programmazione concertata e capillare sul territorio per garantire l’autosufficienza di sangue e plasma. Parte da Roma, dal workshop in programma domani, venerdì 25 ottobre all’hotel Ergife Palace, la sfida per il prossimo futuro che vedrà impegnate tutte le singole realtà coinvolte nel mondo della donazione.
L’appuntamento, intitolato “La donazione del sangue nel terzo millennio: etica, società, educazione, associazionismo”, è promosso dalla Fiods (la Federazione internazionale delle organizzazioni di donatori di sangue) e sarà un’occasione di confronto sulle best practices da attuare non solo in Italia, ma anche negli altri Paesi europei ed extraeuropei. Volontariato, corretti stili di vita e dibattiti sul contributo che i donatori possono dare allo sviluppo di questi temi, primo tra tutti quello della donazione non remunerata, saranno al centro dell’incontro che, dalla mattina, vedrà alternarsi gli interventi del direttore del Centro nazionale sangue, Giancarlo Liumbruno, dei presidenti di Avis e Fidas, Gianpietro Briola e Aldo Ozino Caligaris, e del dottor Yu, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità. Solo per citarne alcuni.
Proprio l’Oms sarà protagonista di uno dei dibattiti in programma nella giornata sul tema “Evoluzione della donazione volontaria non remunerata”. Come spiega a DonatoriH24 Alice Simonetti, consigliera nazionale Avis e delegata europea Fiods, “garantire un sistema organizzato, etico e sostenibile che assicuri ai pazienti i risultati di cui hanno bisogno, è la sfida che ci attende nel terzo millennio. L’Italia si presenta a questo appuntamento come un esempio a livello internazionale. Ministero della Salute, attraverso il Cns, associazioni e professionisti con le varie associazioni scientifiche, sono le tre gambe su cui si regge il nostro sistema sangue che fa della donazione volontaria e non remunerata il proprio vanto”. La giornata all’Ergife, però, sarà principalmente occasione di confronto con gli altri rappresentanti internazionali, come già avvenuto nel corso del Forum a Baku lo scorso agosto: “Migliorare la comunicazione e coinvolgere sempre più donatori sarà una delle best practices su cui generare il dibattito – spiega -. Tutelare il donatore e coloro che, grazie a sangue e farmaci plasmaderivati, riescono a vivere, sono gli obiettivi da centrare per garantire l’autosufficienza nei vari Paesi”.
Considerare gli aspetti sanitari della donazione del sangue, con la tutela della salute del donatore e la certezza di poter garantire emocomponenti necessari alla cura dei pazienti, sono gli obiettivi su cui punta l’attenzione il presidente della Simti (la Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia), Pierluigi Berti: “Sicurezza e qualità della trasfusione sono procedure necessarie nell’ottica di un maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni – spiega -. L’Italia si presenta come un Paese all’avanguardia e venerdì avremo modo di ribadirlo (a rappresentare la Simti ci sarà la dottoressa Serelina Coluzzi, ndr): da anni abbiamo un’autosufficienza di emocomponenti garantita anche dalla compensazione interregionale e, in quanto ai farmaci plasmaderivati, è lo stesso. Il loro impiego è in aumento e noi riusciamo a favorirne la produzione grazie alla donazione volontaria. Un modello virtuoso che non solo fa del nostro un Paese in crescita, ma che sarebbe utile esportare all’estero”.
CONSULTA il programma del workshop
LEGGI la notizia della pubblicazione del programma di autosufficienza nazionale