Avis e Fondazione Campus, così viene preparata la classe dirigente del futuro

2019-10-08T19:25:51+02:00 8 Ottobre 2019|SCUOLA|
di Emiliano Magistri

Favorire la crescita di una nuova classe dirigente che contribuisca a portare avanti lo spirito del lavoro di Avis. Con questo obiettivo dal prossimo 18 ottobre prenderà il via la quinta edizione della Scuola nazionale di formazione Avis, il progetto che l’associazione conduce in collaborazione con la Fondazione Campus.

La scuola, che gode del contributo non condizionato dell’azienda farmaceutica Kedrion Biopharma, e del supporto del dipartimento di Scienze Giuridiche “Cesare Beccaria” dell’università statale di Milano, è riservata a donatrici e donatori, ovviamente iscritti ad Avis, di età compresa tra i 18 e i 45 anni. Un corso suddiviso in tre moduli, ognuno dei quali finalizzato ad apprendere un tema specifico su ciò che riguarda la gestione e l’organizzazione del lavoro associativo.

Il professor Corrado Del Bò, coordinatore scientifico del progetto

Coordinatore scientifico del progetto è il professor Corrado Del Bò: “Il nostro obiettivo è quello di formare i dirigenti Avis del futuro non solo su questioni legate all’operatività quotidiana, ma anche stimolandoli su spunti di riflessione più ampi, come la cornice entro cui si svolge il loro impegno e ragionando su come il loro apporto possa far crescere ulteriormente l’associazione”. Tutto attraverso più step.

Etica, comunicazione e gestione sono i tre macrotemi sui quali si incentreranno i tre moduli in cui è suddivisa la scuola di formazione. Il primo è quello del 18 e 19 ottobre (venerdì e sabato), il secondo è per il 15 e 16 novembre e il terzo è in programma il 13 e 14 dicembre. “Come per gli anni precedenti la classe sarà composta da 25 persone, equamente distribuite nella fascia d’età prevista dal corso – spiega il professore -. Ognuna di loro ha inviato, tramite Avis, il proprio CV corredato da lettera di presentazione e motivazionale, per poi essere inserita al termine di un attento processo di selezione. Luogo deputato a ospitare i singoli moduli è il centro studi Politeia, all’interno dell’università statale di Milano”.

Del Bò, pur non essendo donatore perché, come confessa, “quando ho effettuato le analisi per verificare se fossi idoneo mi hanno sempre riscontrato un livello di ferro troppo basso“, crede fortemente nel lavoro che quotidianamente i volontari di Avis svolgono sul territorio nazionale e, conseguentemente, crede nella scuola di formazione: “Far sì che da questo corso escano i vertici dell’associazione di domani, significa fare un lavoro preziosissimo di programmazione finalizzato a migliorare ancora la già ottima dirigenza attuale, nonché accrescere sempre di più l’importanza della cultura della donazione“.

Il presidente di Avis, Gianpietro Briola

“È un appuntamento che si ripete ormai tradizionalmente e a cui diamo grande importanza – spiega il presidente di Avis, Gianpietro Briola -. Credo fermamente che dare ai volontari e ai nuovi dirigenti la possibilità di formarsi e di crescere, sia la strategia migliore per fornire ulteriore qualità all’attività dell’associazione. Rispetto delle regole, vivere civile e valore all’interno della propria comunità sono i principi cardine del nostro impegno e siamo fieri che vengano rilanciati anche in un progetto di questo calibro”.