Un appuntamento per sensibilizzare alunni e famiglie sull’importanza dei trapianti di organi e tessuti. Il Consiglio regionale della Lombardia ha istituito la “Giornata annuale del dono”, approvando la mozione che prevede appunto la diffusione della cultura del dono nelle scuole del territorio.
Nel 2018 sono stati oltre 4mila gli interventi effettuati nelle strutture sanitarie regionali (828 trapianti d’organi e 3.416 innesti di tessuto). Proprio in questi giorni, inoltre, il policlinico di Milano ha festeggiato il 50esimo anniversario dal primo trapianto di rene in Italia. Come ha spiegato nel corso del suo intervento in aula la vice presidente della commissione Sanità, Simona Tironi, istituire la Giornata annuale del dono nelle scuole è stato necessario “affinché il concetto dell’importanza di compiere questa scelta venga veicolato nelle nuove generazioni”.
Soddisfatto, e non poteva essere altrimenti, Marco Galbiati. È il papà di Riccardo, morto a 15 anni su una pista da sci per colpa di un arresto cardiaco. Reni, fegato e cornee del ragazzo hanno permesso ad alcune persone di tornare a vivere o di vivere meglio. Era il 2 gennaio 2017. In memoria di Riccardo, il papà ha fondato un’associazione chiamata “Il tuo cuore la mia stella”, che a oggi è attiva nei settori di sport e cucina, le due passioni del ragazzo scomparso, e per i quali organizza eventi all’Aprica, il paese della Valtellina dove si è consumata la tragedia.
Proprio Galbiati, insieme al consigliere regionale Mauro Piazza, ha avviato questa iniziativa: “Abbiamo iniziato a lavorarci lo scorso anno e l’ok incassato in Consiglio è senza dubbio un risultato importantissimo. Se vogliamo portare le persone a donare gli organi, è necessario partire dai giovani: per questo è fondamentale includere le scuole”. Ma in cosa consiste questo progetto: “L’obiettivo è quello di far incontrare le famiglie di coloro che, dopo il decesso, hanno donato gli organi, con gli studenti, magari unendo le testimonianze di chi, a seguito del trapianto, può continuare a vivere. I ragazzi – spiega Galbiati a DonatoriH24 – devono capire cosa significa dire sì alla donazione“.
Già, perché dire sì significa anche permettere di arrivare preparati, per quel che si può, al momento della tragedia: “Per un padre che perde il figlio è fondamentale portare a termine questa battaglia – conclude -. Nel momento in cui sei davanti a tuo figlio che non c’è più, non è facile realizzare che in quello stesso istante devi anche decidere se permettere l’espianto degli organi o no. Entrare nelle scuole, far dialogare chi ha vissuto quei momenti per spiegare quanto importante sia la scelta di donare, è l’obiettivo più importante da centrare”.