Scorte di sangue e terapie per tanti pazienti sono assicurate. Anche durante la settimana di Ferragosto. È un quadro tutto sommato positivo quello che il presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola, dipinge a DonatoriH24 in un periodo dell’anno, tradizionalmente, critico per quel che riguarda il numero delle donazioni.
“Al di là degli appelli che ciclicamente si ripetono, la situazione è abbastanza sotto controllo – spiega -. Gli unici punti critici a livello nazionale riguardano il Lazio e la Campania, in particolare la città di Napoli. Un problema che in questo periodo mette a rischio soprattutto i pazienti che hanno necessità di continue trasfusioni, come i talassemici”. Per Briola alla base di tutto questo ci sarebbero due fattori principali: “Nel caso di Roma c’è sicuramente la carenza di donatori accentuata da un’offerta sanitaria maggiore rispetto alla potenzialità delle città e delle zone limitrofe. E poi è in costante calo il numero dei prelievi, generato da mancate riorganizzazioni interne da parte delle aziende sanitarie”.
Quello della carenza di personale, è un tema su cui il presidente aveva portato l’attenzione anche in occasione della Maratona Patto Salute di Roma: “È necessario riorganizzare la raccolta di sangue creando vari punti sul territorio in collaborazione con le associazioni. Questa esigenza non deve riguardare solo Roma e Napoli, ma l’intero Paese. Non possiamo permetterci di chiudere i centri trasfusionali e ridurre l’attività in questo periodo. Le esigenze di un ospedale – prosegue – non diminuiscono mai ed è indispensabile essere pronti quando, da settembre, riprenderanno le attività di routine. Mettersi alle spalle l’estate con le scorte di sangue quasi all’esaurimento non può essere la strada da seguire: livello di assistenza e accessibilità ai donatori vanno garantiti ogni giorno dell’anno”.
Proprio la programmazione ha permesso ad Avis, in collaborazione con il personale sanitario di regioni come, ad esempio, Calabria e Sardegna, di garantire scorte e terapie per pazienti cronici o cronicizzati come i talassemici o coloro che sono colpiti da altre malattie ematiche: “Il Programma di autosufficienza nazionale deve servire proprio a questo, a studiare un piano di lavoro che assicuri farmaci e terapie a chi non può permettersi di procrastinare alcun intervento, a prescindere da quale sia la stagione in corso”.
Le regioni, comunque, e lo stesso Briola lo conferma, “sono in linea con la programmazione dettata dal ministero e dal Centro nazionale sangue, in particolare per quel che riguarda il plasma. Occorre però aumentare la produzione di globuli rossi – conclude -, perché è sul tema delle malattie concentrate che nasce il problema della mancata autosufficienza”.