“Il numero dei donatori è tornato a salire e gran parte di questa ripresa è grazie all’impegno delle donne”. Esordisce così il direttore del Cns (il Centro nazionale sangue), Giancarlo Maria Liumbruno, nell’intervento con cui ha aperto la conferenza organizzata mercoledì 12 giugno a Roma al ministero della Salute, e con la quale sono stati presentati i dati relativi all’attività del 2018 nel sistema sangue in Italia.
L’incontro, intitolato “Safe blood for all. Share blood, give life. I numeri del sistema sangue e le iniziative per la Giornata mondiale dell’Oms”, ha rappresentato l’occasione per celebrare insieme alle associazioni nazionali di volontariato, e alle realtà associative dei pazienti, il World Blood Donor Day che, come ogni anno, si celebra il 14 giugno, ma anche per ribadire l’impegno comune e la necessità di proseguire il lavoro per garantire il più veloce raggiungimento degli standard di autosufficienza anche per il plasma.
Se infatti l’Italia può tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda la raccolta di sangue (seppur alcuni territori vivano costantemente situazioni di particolare difficoltà), la stessa cosa non può dirsi per il plasma, per il quale “siamo autosufficienti al 70%“, spiega Liumbruno. L’invito ad aumentare la quantità, che nel 2018 è stata di 844 tonnellate consegnate alle aziende farmaceutiche, è volto proprio a questo: a far sì che il Paese si renda indipendente da quel mercato di farmaci plasmaderivati che, a oggi, “per il 30% dipende dal Nord America”. Dati ufficiali del Cns danno a 1.682.724 il totale dei donatori di sangue registrati nel 2018, “con un aumento dello 0,2% rispetto all’anno precedente”.
La conferenza è stata l’occasione anche per presentare il nuovo portale realizzato da ministero della Salute e Centro nazionale sangue: www.donailsangue.salute.gov.it, questo il sito che punta a essere un punto di riferimento per i donatori sia abituali che nuovi, con informazioni utili, testimonianze dal mondo del volontariato e, soprattutto, approfondimenti finalizzati a contrastare le fake news.
“Le trasfusioni e le terapie con i farmaci salvavita, come nel caso dei plasmaderivati, sono inseriti nei Lea (i Livelli essenziali di assistenza, ndr) ed è proprio grazie all’impegno dei volontari che possiamo parlare di quella che, per l’Italia, è una vera e propria eccellenza da difendere – ha detto la ministra della Salute, Giulia Grillo, durante il suo intervento di saluto -. Il valore della donazione gratuita e volontaria è quello che ci ha permesso di vedere riconosciuto il nostro ruolo a ospitare l’evento della Giornata mondiale del donatore 2020. Per questo io ringrazio l’impegno che le associazioni qui presenti svolgono quotidianamente, ma è un lavoro che va sostenuto con l’aiuto di tutti, coinvolgendo più persone possibili, soprattutto i giovani“.
Proprio il ruolo fondamentale che i donatori svolgono a sostegno dei pazienti è stato sottolineato da Tony Saccà, presidente di United (la Federazione nazionale delle associazioni che tutelano i malati di Talassemia, Drepanocitosi e anemie rare): “Chi dona il sangue permette ai pazienti che hanno bisogno di trasfusioni costanti e ravvicinate di poter vivere una vita, più o meno, normale. Ogni 15 giorni io stesso mi sottopongo a trasfusioni in quanto talassemico: sono lieto della crescita di questo movimento e mi auguro che tale patrimonio venga difeso e consolidato sempre di più”.
Dopo i ringraziamenti ai volontari da parte dei presidenti di Fratres, Sergio Ballestracci (che a fine anno terminerà il mandato), e di Fidas, Aldo Ozino Caligaris (moderatore d’eccezione della conferenza), il presidente dell’Avis, Gianpietro Briola, ne ha approfittato per sottolineare come “oggi non assistiamo più a un’emergenza, ma a una necessità quotidiana di sangue e plasma che va soddisfatta. Il nostro impegno deve essere rivolto a sgravare l’Italia dall’emergenzialità del sangue, sperando che entro il 2025 la quantità di plasma raccolto venga raddoppiata”.
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