“Il piccolo Alex può tornare a casa. È guarito”. La notizia arriva direttamente dal dottor Franco Locatelli, primario del dipartimento di Oncoematologia e terapia cellulare e genica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Alex Maria Montresor è il bambino che, affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, una malattia genetica rara, lo scorso dicembre venne sottoposto a un trapianto di midollo donato dal suo papà. “Si tratta di un risultato straordinario, in particolare per il tipo di trapianto e la difficoltà del caso – prosegue Locatelli -. Il bambino può ora tornare a Londra e verrà sottoposto a controlli a scadenza quindicinale”.
Residente a Londra insieme alla sua famiglia (di origini italiane), il piccolo era stato sottoposto inizialmente a un trattamento sperimentale nell’ospedale Great Ormond Street nella capitale inglese, ma non fu sufficiente, tanto da individuare nell’ipotesi del trapianto l’unica possibilità di sopravvivenza. Ne nacque una mobilitazione a livello internazionale per trovare un donatore compatibile al 100%.
I genitori aprirono anche una pagina Facebook, così da coinvolgere quante più persone possibili: il primo donatore avrebbe dato la disponibilità solo a gennaio 2019, ma sarebbe stato troppo tardi. Alex non era in condizioni di vivere ancora così a lungo. Poi l’arrivo a Roma.
L’équipe del Bambino Gesù riuscì a trapiantare, il 20 dicembre, il midollo spinale del papà, grazie a una manipolazione delle cellule staminali del genitore più compatibile, creata nella struttura sanitaria capitolina qualche anno prima. Una tecnica che, a oggi, permette di evitare crisi di rigetto.
Un caso, quello del piccolo Alex, che ha contribuito a smuovere le coscienze di moltissime persone, visto che solo nel nostro Paese, tra ottobre e dicembre, i donatori di midollo osseo sono stati 23mila.