Ho cominciato a sentire parlare di Avis alle scuole elementari, quando l’allora direttore sanitario, insieme a qualche volontario dell’Avis del mio paese, girava per le classi per spiegare il “Dono del Sangue”. Sono diventata una donatrice nel 2006, quando un volontario Avis, mi fece una semplicissima domanda “Hai mai pensato di diventare donatrice Avis?”.
In un attimo mi sono detta: “Ma perché non ci ho pensato prima?”. Il sabato mattina di quella stessa settimana mi sono recata alla sede Avis di Scicli e da quel giorno in poi non ho più smesso. Per me donare è dare un pezzo di me alle persone e non c’è dono più grande per un essere umano di poter dare una parte di sé per continuare a far vivere qualcun altro.
Due anni dopo aver iniziato il mio percorso come donatrice, ho intrapreso la mia esperienza all’interno del direttivo, facendo due mandati come presidente del collegio sindacale, e due mandati come presidente, diventandone responsabile, non soltanto moralmente, ma anche burocraticamente. Fare la donatrice e la volontaria Avis è la cosa più bella che mi sia potuta capitare e di questo ringrazio questa bellissima associazione che spero di contribuire a far crescere.
È un patrimonio del mio paese di cui mi pregio di contribuire a far andare avanti, in nome di quel senso civico e dovere morale che ho imparato sui banchi di scuola. Ancora oggi, durante gli eventi che vengono organizzati per fare promozione del dono del sangue, mi avvicino ai ragazzi e agli adulti con la stessa domanda che mi è stata fatta 16 anni fa: “Hai mai pensato di diventare donatore/donatrice Avis?”.
Agli “indecisi” dico: provate e non ve ne pentirete, perché dentro ciascuno di noi c’è sempre il desiderio di fare del bene, che fa superare le piccole o grandi paure che si nascondono dietro la donazione di sangue. Quando ti alzi dopo la donazione sei consapevole di aver fatto la cosa giusta.