Sono un donatore da quando avevo 18 anni, era il 1984, ora ne ho 56 e sono arrivato a quota 326 tra sangue intero, plasma e piastrine. Ho iniziato grazie al coinvolgimento di un amico, ma dentro di me già germogliava il seme della solidarietà perché anche mio padre è stato un donatore.
La cosa che più mi gratifica durante i prelievi è che capita che le mie sacche vengano subito frazionate e già destinate ai reparti pediatrici: che un po’ del mio sangue possa salvare un bambino è un pensiero meraviglioso.
Sono iscritto alla sezione Avis di Roma, per anni ho svolto attività di volontariato seguendo l’esempio dell’ex presidente Adolfo Camilli, persona di bontà infinita e di grande nobiltà d’animo, poi mi sono chiamato fuori per favorire il ricambio generazionale anche a livello dirigenziale. C’è bisogno di giovani e dobbiamo sensibilizzarli a impegnarsi per il bene comune.
Dedicate un’oretta della vita alla donazione del sangue, fa bene al donatore perché si viene controllati e per il ricevente è vita.