Sono una donatrice di sangue volontaria associata Fidas Partenopea da quattro anni. Una di quelle che attende la donazione successiva facendo il conto alla rovescia dei giorni che mancano per l’appuntamento.
Il 22 aprile ho fatto la donazione in aferesi ed è stata la prima volta nella mia vita. Certo, iI periodo che stiamo vivendo ha influito sull’organizzazione delle donazioni di sangue. Questa nube oscura denominata “Covid-19” ha portato con sé anche isolamento, lontananza e il ben noto distanziamento, ma la mia regione, la Campania, ha reagito a tutto questo con energia, superato l’autosufficienza di sangue al punto da aiutare altre regioni.
La mia donazione di sangue quindi è slittata di un mese, ma come se fosse un segno, un giorno la federata ci comunica la mancanza di piastrine e plasma presso gli ospedali. Alla richiesta di aiuto rispondo volentieri con un grande sì, senza nemmeno pensarci troppo.
Comincia a farsi spazio, dentro di me, un mix di emozioni in cui sicuramente c’era tanta gioia ma anche ansia e paura. Era la prima volta che mi recavo da sola al centro trasfusionale dell’Ospedale del Mare (a Napoli, n.d.r.), per di più indossando guanti e mascherina e l’ho trovato vuoto ed immerso in un’atmosfera quasi asettica.
Ciononostante, con le dovute precauzioni e indossando i dispositivi di protezione individuale, il personale non mi ha fatto mancare il sorriso e un “bentornata a casa”. Sicuramente mi è mancato tanto chiacchierare in sala ristoro con le infermiere e trattenermi più del dovuto con loro trascorrendo del tempo insieme in armonia. Per me la donazione è anche questo: ritrovarsi con gli amici e sentirsi a casa ed in famiglia. Vediamo il lato positivo: quel giorno ho avuto l’occasione di rivedere il mio ragazzo dopo circa un mese e mezzo di lontananza.
Come succede ogni volta dal giorno della mia prima donazione, anche questa l’abbiamo affrontata insieme. Avere la sua presenza nella stessa stanza, mi ha dato coraggio e fatto sentire la gioia immensa di poter condividere un’altra donazione così bella.
Posso confermare: sono contenta di aver detto sì a questa esperienza e, come tutte quelle già fatte in passato grazie alla FIDAS, non vedo l’ora di rifarla!