
Ho cominciato a donare durante il periodo di lockdown di marzo. Mi trovavo al policlinico Umberto I di Roma perché studio medicina da sei anni e oggi sono in attesa di entrare in una scuola di specializzazione. In quei giorni su Facebook girava un post: era un appello urgente a donare sangue per un intervento chirurgico nel quale sarebbero servite molte sacche di sangue. L’appello a intervenire era aperto a tutti, inclusi studenti e ricercatori.
In passato avrei voluto sempre donare, ma ogni volta che finalmente avevo deciso di farlo c’era un impedimento, di salute o altro che mi obbligava a posticipare e attendere.
Per caso e per fortuna dopo aver letto l’appello mi sono accorta che quel periodo avrei potuto donare per la prima volta. Ne ho parlato con Luca, il mio ragazzo, e abbiamo deciso di farlo insieme. Siamo andati al centro trasfusionale e ci siamo messi in fila fuori dall’edificio la cui entrata era contingentata per le misure di sicurezza contro l’epidemia di Coronavirus. Siamo contenti di aver donato e lo faremo ancora nelle prossime settimane. Ancora più contenti perché dopo il nostro gesto, Tancredi, mio fratello, è stato ispirato ed è diventato donatore.