Ho iniziato a donare perché sin da piccolissima ogni volta che il mio papà tornava a casa col cerotto al braccio dopo la donazione mi sentivo orgogliosa di lui come può sentirsi il figlio di un soldato che riceve una medaglia.
È questa la più grande eredità che una figlia possa ricevere: la testimonianza di un padre che, con il suo silenzioso esempio, ti insegna a capire quanto sia importante la solidarietà verso il prossimo! Perché continuo? Perché quasi cinque anni fa mia madre è morta di leucemia mieloide acuta, una malattia che l’ha strappata via da me in tre mesi. E in questi tre mesi ha avuto continuamente bisogno di trasfusioni e ogni qualvolta si sottoponeva ad una trasfusione guardava la sacca e poi guardava me con quei suoi occhi meravigliosi.
Noi eravamo così: le risate più belle ed i discorsi più profondi nascevano senza dirci una parola, erano i nostri sguardi che parlavano per noi. E quando mi guardava attaccata a quell’ago mi trasmetteva tutto il suo amore e la sua profonda gratitudine in chi come me fa il semplice, piccolo ma grande gesto del dono.
Perciò da quasi cinque anni ogni qualvolta mi accingo a donare lo faccio con una forza ed una motivazione in più ed è veramente un momento di gioia e di comunione con loro che resteranno per sempre la parte migliore di me.