Parlare della mia esperienza da donatore mi fa venire alla mente tantissime cose, cercherò brevemente di riassumerle, anche se si tratta di una storia lunga circa 21 anni, ovvero la parte maggioritaria della mia vita da trentanovenne.
Ho sempre sentito parlare in famiglia della donazione di sangue in quanto mio nonno paterno era un donatore. Uno di quei donatori che iniziarono a donare agli albori della donazione. Però non avevo dato la necessaria importanza al dono, all’epoca ero poco più che adolescente e si sa, ad una certa età si pensa ad altro.
C’è però una data che ha radicalmente cambiato il mio modo di ragionare, il 23 dicembre 1996, avevo appena compiuto 17 anni, mio fratello più grande ebbe un terribile incidente automobilistico. Lui aveva all’epoca 19 anni, dopo tanti mesi di ospedale uscirà sano e salvo da questa brutta avventura.
Durante i lunghissimi mesi di ricovero ed i tantissimi interventi subiti c’era una costante, mio fratello aveva ricevuto tantissimo sangue. Sangue donato da persone che io non conosco ma rispetto alle quali sarò riconoscente a vita.
Così il giorno del mio diciottesimo compleanno, ovvero l’11 novembre 1997 mi recai al Centro Trasfusionale presso l’Ospedale di Sansepolcro dove iniziai il percorso che porta alla donazione. Ricordo ancora quel giorno, un giorno non casuale, il 23 dicembre 1997 effettuai la mia prima donazione di sangue intero, se ci ripenso oggi, ricordo ancora la gioia di quel giorno, un giorno che non dimenticherò mai.
Poi il tempo è passato, mi sono seduto su quelle poltrone quando ero ancora un “immaturo” in quanto ancora studente del quinto anno delle superiori, poi da militare (la leva era obbligatoria), poi da studente universitario e così via, fino alla persona che sono oggi. La donazione del sangue ha segnato la mia vita dai 18 anni ad oggi, date su date, che sia stato sangue intero, plasma o piastrine poco conta.
Come non conta il numero delle donazioni che si è riusciti a fare, per quanto mi riguarda penso che la donazione più importante è sempre la prossima, quelle già fatte hanno già svolto il loro compito ma di sangue c’è davvero sempre bisogno.
Potrei raccontare delle meravigliose persone che lavorano al Trasfusionale dove ho sempre donato, potrei dire che ricordo con piacere le tante belle chiacchierate durante le donazioni, specialmente quelle fatte durante la plasmaferesi e del rapporto speciale che si crea nel tempo tra noi donatori ed il personale che si prende cura di noi.
Quello che davvero è bello, è sapere che dall’altra parte ci sono persone che hanno bisogno, un bisogno che può essere soddisfatto solo attraverso il semplice gesto di donare il proprio sangue.
Con questo non mi riferisco “solo” al paziente che riceverà direttamente il nostro dono, no, mi riferisco anche a tutte quelle persone che nutrono affetto nei confronti di chi in un dato momento vive una situazione di difficoltà.
Se sta male un nonno, il sangue donato per lui farà bene anche ai nipoti, se sta male un figlio o una figlia farà del bene anche ai genitori, se sta male un genitore farà del bene anche ai figli, se sta male un fratello farà del bene anche ai fratelli, proprio come nel mio caso. Donare è importante e fondamentale perché crea un moltiplicatore di solidarietà del quale nemmeno possiamo immaginarci.
Io sono e resterò sempre grato a quei donatori, donatori che non posso né ringraziare né abbracciare, donatori che hanno salvato una vita, e con questa hanno salvato un po’anche della mia.
*Giacomo è un avvocato di 38 anni e vive ad Anghieri in provincia di Arezzo.
I donatori raccontano è un rubrica che intende raccontare le vostre storie, se volete mandatecele, assieme ad una foto, all’indirizzo redazione@donatorih24.it