“Avevo un’atroce paura dell’ago, l’ho superata con il Covid-19”

2020-09-04T18:04:53+02:00 4 Settembre 2020|
di Serena Granieri

“Una mano aiuta l’altra e tutt’e due lavano il viso”. Regina, la mia nonna abruzzese di 82 anni me lo dice sempre, e questo proverbio mi viene in mente quando parlo di donazione di sangue. Faccio volontariato con l’Ads Lazio da alcuni mesi, ma ho donato per la prima volta domenica 30 agosto. Ce l’ho fatta dopo che per anni ho avuto un’atroce paura dell’ago. Motivata. Quando avevo 18 anni mi sono rotta una gamba e nel momento di operarmi all’ospedale i medici non riuscivano a trovarmi una vena per farmi l’anestesia. Quindi hanno insistito con il cercare la vena facendo buchi e buchi. Hanno tentato tante volte. Troppe. Dopo infiniti buchi sono svenuta e da quel momento un ago non lo volevo più vedere e in particolare non volevo più sentire quel piccolo dolore che è una puntura.

Poi è arrivato il Covid-19 e da pochi mesi tutto è cambiato. Mio cugino di Roma si è ammalato di Covid e anche un altro mio migliore amico è adesso ricoverato. Domenica ho deciso di donare il sangue comunque, e ho fatto il test sierologico perché vorrei donare il plasma iperimmune.

Alle persone che hanno paura dell’ago, e per questo non si presentano ai centri trasfusionali, direi che siamo sotto assedio. Il Covid è una guerra silenziosa e noi abbiamo un’arma: la donazione di sangue e plasma. Il tuo sangue potrebbe salvare un bambino, e tu senza saperlo potresti salvare una persona. Quello che dice mia nonna per me è vero: se ognuno di noi guardasse la persona a fianco e aiutasse le persone a fianco, il mondo sarebbe migliore.