In Inglese si chiama Patient blood management, e in italiano l’espressione potrebbe essere resa come “Gestione delle scorte di sangue per i pazienti”, ma a dispetto del tono vagamente impersonale che essa evoca, riveste una cruciale importanza per il mondo della donazione. La Pbm rappresenta infatti la gestione di tutto il sangue e le emocomponenti raccolte e conferite, una volta che queste risorse entrano in possesso delle aziende sanitarie. In tale vasto ambito rientra pertanto tutto il management dei prodotti ematici ai fini operatori, emergenziali, trasfusionali e via dicendo.
Di tale innovativo approccio si è parlato il 16 febbraio presso l’hotel Malpensa di Cerro Maggiore a Milano in occasione, appunto, del convegno nazionale “Patient Blood Management: dalla teoria alla pratica”, una sorta di adunanza plenaria di tutti gli stati generali italiani della gestione sangue.
La giornata di studi – presieduta da Ivo Beverina, con la collaborazione di Bruno Brando, Erika Borotto e Chiara Novelli – ha visto infatti la partecipazione di centinaia tra medici, funzionari del settore sanitario, esponenti del Centro Nazionale Sangue e dell’Istituto Superiore di Sanità oltre che delle maggiori associazioni nazionali dei donatori.
La prima fase del convegno – “Pbm: obbligo, necessità od opportunità?” è stata dedicata a un generale inquadramento della PBM e del suo positivo impatto sulla gestione del sangue nel nostro paese. Ad aprire i lavori il responsabile del Centro Nazionale Sangue Giancarlo Maria Liumbruno col suo intervento dedicato a tratteggiare una panoramica generale dell’applicazione del PBM a livello nazionale.
Sono seguiti poi gli interventi di Irene Motta – “Anemia: un problema globale” – e soprattutto un focus sugli “Aspetti legali della trasfusione di sangue nell’era del PBM, a cura di Matteo Bolcato. Giovanni Inghilleri dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano si è invece soffermato sul tema dell’”Impatto sui costi di un approccio basato sul BPM”, con ampi cenni al percorso affrontato in questo senso dall’azienda ospedaliera meneghina.
Dopo il dibattito e la temporanea sospensione dei lavori, si è aperta la seconda sessione dall’eloquente titolo “Il Paziente al centro”. Ad aprire la discussione Domenico Girelli col proprio intervento “Fisiopatologia del metabolismo del ferro e implicazioni terapeutiche, seguito da Maria Beatrice Rondinelli che si è concentrata sul “Recupero perioperatorio come strategia di conservazione del sangue”. Chiara Novelli e Vincenzo Toschi hanno portato il loro contributo relativamente alla “Gestione della terapia anticoagulante/antiaggregante nel periodo perioperatorio: dal laboratorio alla clinica”, mentre Andrea De Gasperi ha aperto un ampio dibattito sul tema della trasfusione col suo approfondimento dal titolo “Hemoglobin-guided versus clinically-guided transfusion”.
Alla ripresa dei lavori pomeridiani, la discussione si è concentrata sull’uso non chirurgico del sangue donato, con la terza sessione dal titolo “Non solo chirurgia”. Lucia Del Vecchio tratterà diffusamente di “Eritropoietina e Ferro in Emodialisi: il PBM al suo esordio”, mentre Danilo Radrizzani si è focalizzato sull’uso del “PBM in Terapia Intensiva”. Infine, un occhio alla “PBM in Ostetricia/Ginecologia” con l’intervento di Vanessa Agostini.
Si è parlato poi di dati concreti e primi successi nella gestione manageriale del sangue nella quarta e conclusiva sessione della giornata, dedicata al “PBM nell’ASST Ovest Milanese. Primi Risultati”. Ivo Beverina ha illustrato il suo intervento “Risultati di una politica di “tolleranza zero” sull’appropriatezza della trasfusione di plasma e attività dell’Anemia Clinic”, mentre Giancarlo Razionale ha dissertato sul tema del “Trattamento non trasfusionale dell’anemia sideropenica in Pronto Soccorso. Risultati dell’applicazione di un algoritmo decisionale mirato”. Infine un focus più mirato relativamente all’uso di emocomponenti ed emoderivati al tavolo operatorio con l’intervento di Riccardo Flameni “Cardiochirurgia di Legnano: impatto dell’utilizzo di test viscoelastici sul consumo di emocomponenti/emoderivati”.
In chiusura del dibattito, un confronto aperto e plenario che ha visto protagonisti tutti i principali attori del settore sangue in Italia, con un particolare spazio dedicato alle istituzioni locali nell’ambito della tavola rotonda dal titolo “La parola alle Direzioni Sanitarie”.