«Crediamo nella donazione di gruppo, per questo ho scritto personalmente una lettera aperta ai giornalisti dell’ordine regionale», dice a Donatorih24 Fabrizio Rasimelli, presidente di Avis comunale Perugia. L’associazione ha infatti diramato un appello lo scorso venerdì 14 settembre, per chiedere ai professionisti dell’informazione di mobilitarsi e sostenere la donazione di sangue, magari con una giornata dedicata.
«PAURA DELL’AGO? INSIEME SI SUPERA»
«Per noi di Avis Perugia la donazione in gruppo è uno strumento importante – continua Rasimelli – combatte la pigrizia e la paura dell’ago. Insieme è più facile superare i preconcetti e i dubbi». Da qui l’iniziativa di coinvolgere l’Odg dell’Umbria in un’eventuale giornata, ancora da programmare, in cui donazione e informazione si fondano: «I giornalisti sono una cassa di risonanza importante – continua – Abbiamo fatto la stessa proposta ai gruppi politici comunali, che il 6 ottobre prossimo parteciperanno a una donazione insieme ad Avis».
L’associazione comunale non è nuova infatti a iniziative collettive, come la sigla del protocollo con Pallavolo Perugia che con i suoi 300 atleti e rispettive famiglie partecipa a tante iniziative dell’associazione. Avis punta inoltre al coinvolgimento di nuove leve: «Oggi 18 settembre abbiamo avuto un incontro tra consiglio direttivo e dieci ragazzi dai 18 ai 20 anni hanno donato – racconta Rasimelli – Stiamo cercando di arruolare i giovani. Abbiamo bisogno di loro per un ricambio generazionale».
LOTTA AL CALO DONATORI
Avis Perugia ha avviato un capillare lavoro di sensibilizzazione per contrastare il calo fisiologico della raccolta dovuto all’età dei vecchi donatori e alla situazione di diffusa carenza su scala nazionale. I risultati sono stati positivi quest’anno:« Dal 1° gennaio al 31 agosto 2018 abbiamo raggiunto le 3822 donazioni – dice Rasimelli – 159 in più dello stesso periodo nel 2017».
I numeri nel periodo preso in esame sono stato soddisfacenti, non solo riguardo le donazioni di sangue, ma anche di plasma (+186). Si è ridotto notevolmente anche il numero dei donatori Nit (Non idonei temporanei), grazie alla costante attività di informazione:«Ci siamo attivatati per coinvolgere i donatori con telefonate mirate a donazione necessaria – dice Rasimelli – Abbiamo ricevuto un tasso di risposta positiva del 97 percento».
Il segreto secondo il presidente è continuare a essere parte attiva nella filiera, per trasmettere il valore etico della donazione: «In questo momento storico dobbiamo donare più che mai, ma soprattutto quando serve – sottolinea Rasimelli – Magari proprio con una donazione di gruppo, che fa innamorare di un gesto semplice e dirompente».