IA e donazione, il sistema sangue studia le nuove tecnologie

2024-03-18T11:27:11+01:00 14 Marzo 2024|Attualità|

Le tecnologie legate all’intelligenza Artificiale stanno già rivoluzionando il mondo e presto il cambiamento busserà anche alla porta del sistema sangue. Le possibilità saranno molteplici ma già adesso è possibile scorgere qualche scenario futuro.

“Solo per fare alcuni esempi – spiega Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale sangue – l’intelligenza artificiale, attraverso la mole di dati raccolti, potrebbe identificare il donatore più adatto a un determinato paziente, in base al gruppo sanguigno, allo screening degli anticorpi ai test delle malattie infettive, riducendo il rischio di reazioni avverse. Un’intelligenza artificiale potrebbe contribuire a prevedere la domanda di sangue in base a fattori come per esempio la stagionalità e le tendenze demografiche, riducendo le carenze e migliorando il management degli inventari, aiutando sempre di più ad avere scorte adeguate di sangue quando serve e dove serve. Un’intelligenza artificiale potrebbe fornire a un medico un supporto decisionale nella gestione dei rischi per il donatore, scongiurare errori e garantire un utilizzo più efficace della risorsa sangue. Ovviamente uno sfruttamento di questo tipo di tecnologie può comportare vantaggi non solo per i medici ma anche per i donatori”.

previsioni
Vincenzo De Angelis

Le nuove tecnologie, secondo De Angelis, serviranno anche ad accelerare i tempi della donazione: “I sistemi IA – continua – potrebbero contribuire all’organizzazione dei servizi trasfusionali, ottimizzando la pianificazione degli appuntamenti. Un semplice bot basato su tecnologia IA potrebbe a sua volta rispondere alle richieste di informazioni 24 ore su 24 e potrebbe gestire il sistema delle prenotazioni. Ancora, gli algoritmi di intelligenza artificiale possono anche analizzare i dati dei donatori per identificarne le caratteristiche e provando a prevederne il comportamento e ciò potrebbe consentire alle associazioni e ai centri trasfusionali di adattare le proprie strategie di comunicazione e coinvolgimento per i diversi segmenti di donatori, favorendo un approccio più personalizzato e mirato”.

Ma non solo: “C’è poi un altro grande contributo da prendere in considerazione, ossia quello che i macrodati raccolti dai sistemi trasfusionali di tutto il mondo, se affidati a un sistema tecnologico tanto potente da poterli analizzare, potrebbero dare allo sviluppo della ricerca medica in generale. Considerato che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità parliamo di 119 milioni di donazioni l’anno, potete immaginare di che genere di dati stiamo parlando e di quanto la loro analisi possa diventare uno strumento prezioso per il riconoscimento precocissimo di condizioni che possono mettere a rischio la salute dei donatori e/o dei riceventi”. 

Il domani, per il sistema sangue, è ricco di opportunità: “Le opzioni che ci presenterà il prossimo futuro sembrano già tante e probabilmente saranno ancora di più – chiosa De Angelis -. La sfida sarà sapere sfruttare al meglio queste tecnologie. Per farlo serviranno intelligenza, creatività e un pizzico di cautela, per evitare di addentrarsi in zone grigie a livello etico. La sensazione è che siamo di fronte al primo passo di quello che sarà un lungo percorso di novità, ma credo anche che sarà vantaggioso per tutti: medici, pazienti e donatori”.

Un cambiamento a cui si stanno preparando le associazioni che si occupano della raccolta sangue: “L’intelligenza artificiale è un tema futuro, oltre che futuribile – commenta Gianpietro Briola, presidente di Avis nazionale – per la nostra associazione e per la nostra società, un tema che non può essere evitato né drammatizzato. Come tutte le novità deve essere misurato e in qualche maniera deve essere capito, ma se ben usato può portarci contributi positivi e può darci un aiuto dal punto della comunicazione, dei rapporti con le associazioni e per quanto riguarda il mondo trasfusionale e quello sanitario. Penso per esempio alla possibilità della precompilazione del questionario anamnestico della donazione che il donatore si può fare da casa”.

Avis
Gianpietro Briola

Uno dei supporti più immediati per il sistema sangue potrebbe essere la telemedicina: “Il colloquio del donatore all’interno del centro di raccolta potrebbe avvenire con un infermiere e poi la validazione, sull’eventuale idoneità di un donatore, da parte di un medico potrebbe avvenire con un teleconsulto. Questo per il futuro potrebbe essere un grande supporto alle nostre attività di raccolta”.

Idee o progetti? “Cominciamo a fare degli studi per capire quanti sono i donatori, dove sono allocati, qual è la loro età, quali sono le patologie di maggior esclusione, le eventuali incidenze, ci sono tutta una serie di attività che possiamo già mettere in campo per darci un’idea di dove magari implementare la nostra attività di propaganda e di ricerca di donatori. Questo ci aiuta perché avendo un dato consolidato e non andando per percezioni ci può aiutare a scandagliare queste strade che per noi sono fondamentali”.

Nel resto dell’Europa ci sono già buone pratiche che potrebbero essere seguite? “In Francia si usa molto la telemedicina e il teleconsulto del medico nell’idoneità del donatore, quindi non ci sono più i medici all’interno dei centri di raccolta ma solo gli infermieri. E’ un progetto che è partito da alcuni anni e che sta dando buoni frutti”.