La raccolta del plasma in Italia è in decisa ripresa ma ancora non basta per raggiungere l’autosufficienza di farmaci plasmaderivati. Lo certifica il report del Centro Nazionale Sangue che chiude il 2023 in chiaroscuro.
I dati di dicembre 2023 sono stati negativi: 69.942 i chili conferiti al frazionamento industriale, il 4.1% in meno rispetto allo stesso mese del 2022. Sardegna (+22.4%), Provincia Autonoma di Bolzano (+14.8%) e Puglia (+13.7%) sono stati i territori più virtuosi.
Facendo i conti al 2023, sono stati 880.193 i chili di plasma raccolti, il 4.3% in più rispetto al 2022. I territori che hanno registrato i numeri migliori sono stati Molise (+15.4%), Provincia Autonoma di Trento (+11.8%) e Campania (+8.8%).
Il trend positivo, tuttavia, non è bastato a raggiungere dell’autosufficienza. Come spiega il Centro Nazionale Sangue “la mancata autosufficienza in materia di medicinali plasmaderivati rappresenta un danno per le tasche del Servizio Sanitario Nazionale. Secondo le stime contenute nel Programma di Autosufficienza Nazionale del sangue e dei suoi prodotti per l’anno 2023, la spesa da sostenere sul mercato internazionale per soddisfare il 90% della domanda totale dei soli medicinali plasmaderivati driver, albumina e immunoglobuline, sarebbe stata indicativamente di 180 milioni di euro. Ma è prima di tutto un punto debole a livello strategico che, in caso di difficoltà di reperimento dei farmaci, come si sono registrate ad esempio durante gli anni di massima diffusione del Covid-19, potrebbe mettere a rischio le terapie salvavita di migliaia di pazienti italiani”.